Il Vice Presidente Settoriale della Comunicazione, Cultura e Turismo della Repubblica Bolivariana, ha presentato un discorso su questo tema presso la sede dell’Istituto Superiore di Relazioni Internazionali “Raúl Roa García” (ISRI).
Davanti a un pubblico di accademici, comunicatori e studenti universitari, Ñañez ha affermato che è necessario ripensare una teoria della comunicazione in un mondo che ha cambiato radicalmente l’approccio alla realtà per uno virtuale e adattato agli interessi egemonici di coloro che controllano questi nuovi spazi, in particolare i social network.
Ha avvertito che con questi media i grandi centri del potere capitalista sono riusciti a stabilire un controllo ed una sorveglianza senza precedenti, facendo appello a una falsa libertà e con una saturazione di informazioni con cui, anziché cercare di far pensare tutti allo stesso modo, cercano di non far pensare nessuno ed esacerbare l’individualismo ed il narcisismo.
Ñañez ha ricordato che il leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez, ha sempre attribuito grande importanza alla costruzione di spazi di mobilitazione attraverso i media perché ha capito che la comunicazione con le masse ha un valore fondamentale nella lotta per il potere.
Ha spiegato che affrontare la battaglia nel campo delle comunicazioni non significa spegnere i cellulari, perché sono un progresso tecnologico irreversibile e le persone hanno bisogno di molte informazioni.
Il ministro venezuelano fa parte di una nutrita delegazione del Comitato per la Solidarietà Internazionale e la Lotta per la Pace (COSI) del paese gemello, che ha partecipato agli incontri del 1° maggio, Giornata Internazionale dei Lavoratori.
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