Quasi la totalità di questi crimini sono accaduti nelle regioni Nord e Nordest, dove si registrarono 56 dei decessi, indicò un’inchiesta realizzata dal Comitato Brasiliano di Patrocinatrici e Difensori dei diritti umani.
La denuncia dettaglia inoltre che gli stati considerati i più violenti contro gli attivisti sono Rondonia, con 19 omicidi; Maranhao, con 15, e Pará, con sei.
In dichiarazioni all’Agencia Brasil, il presidente del Consiglio Nazionale dei diritti umani (CNDH), Darci Frigo, concordò in che il rischio per l’attuazione dei militanti e difensori di queste cause è in aumento.
Quando le persone che dirigono i processi di difesa dei diritti cominciano a soffrire violenza e minacce, “abbiamo un quadro grave di retrocessi”, rimarcò.
La relazione del Comitato critica anche quello che considera “casi di uso eccessivo della forza della polizia” e “gli abusi dello Stato contro cittadini in situazione vulnerabili”, come i tentativi di criminalizzare i movimenti sociali.
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