In una seduta durata più di cinque ore, l’intera legislatura ha dato il via libera al processo con 39 voti favorevoli, 23 contrari e tre astenuti, dopo un lungo dibattito in cui i suoi detrattori gli hanno fatto notare la sua colpevolezza in virtù delle prime indagini della Procura.
Le indagini si basano sulla supposizione che Castillo abbia commesso il reato di associazione a delinquere presumibilmente dedita a favorire determinate società in cambio di benefici economici, nonché traffico d’influenza e collusione.
I suoi difensori, dagli scranni di sinistra, hanno votato contro o si sono astenuti perché ritenevano che il processo non fosse stato regolare perché la richiesta della Procura era stata avanzata quando Castillo era ancora presidente e non c’erano solidi indizi a suo carico.
Hanno anche criticato, come il suo avvocato, Eduardo Pachas, che all’ex presidente non è stato permesso di esercitare la sua difesa in aula, cosa che è stata esclusa a causa della sua situazione carceraria.
Castillo è in custodia cautelare dal 7 dicembre, quando il Parlamento lo ha destituito per aver annunciato lo scioglimento del suo potere statale.
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