Inaugurata in aprile scorso a Buenos Aires, la cattedra Fidel Castro arrivò fino a questa distante città e nel suo secondo giorno accolse ieri una conferenza intitolato “Fidel e la Nostra America del secolo XXI”.
Il conferenziere Juan Josè Gonzalez, professore universitario e veterano militante comunista, centrò la sua esposizione nel duro periodo speciale che attraversò l’economia cubana, a partire dalla decade del 1990 del secolo scorso, e nel bloqueo economico, commerciale e finanziario che hanno imposto gli Stati Uniti all’isola da più di mezzo secolo.
“Con tutto questo: perché non cadde la Rivoluzione cubana, come è accaduto nell’Est Europeo? Ve lo dico io: per la coscienza e la mobilitazione popolare”, disse ai presenti.
Il dirigente corporativo e professore Marcelo Guagliardo abbondò sull’educazione elementare ed universitaria di Cuba prima e dopo la Rivoluzione.
Appoggiandosi su dati e testi, raccontò che il 14 settembre 1959 incominciava il primo corso scolastico cubano dopo la Rivoluzione e cominciò a trasformare le caserme in scuole.
“Cuba”, disse, “è l’unico paese di America che ha potuto fare tutto ciò: conquistare una caserma militare e trasformarla in una scuola, in un centro scolastico”.
La cattedra è un’iniziativa sorta a causa della risoluzione dell’ultima assemblea continentale dei Movimenti verso l’Alba-TCP (Alleanza Bolivariana dei Popoli della Nostra America-Trattato di Commercio dei Popoli).
Ig/may