Ha fatto riferimento alle continue vessazioni dei nemici della Rivoluzione per invertire il processo di trasformazione che l’isola sta promuovendo.
Ha affermato che prova inconfutabile di queste intenzioni è l’intensa campagna mediatica con cui si cerca di delegittimare i recenti processi elettorali sviluppatisi nell’isola, in cui si parlava di astensionismo, quando in realtà queste elezioni hanno avuto una percentuale di presenze superiore alla media di altri modelli di democrazia nel mondo.
Sono stati frustrati nel loro desiderio, l’alto livello di partecipazione ha dimostrato la fiducia del popolo nella Rivoluzione. È stata una dimostrazione di civiltà, patriottismo e soprattutto consapevolezza politica, ha detto.
Ora non possiamo deludere questa fiducia, dobbiamo coinvolgere sistematicamente tutti noi in ognuno dei comuni e delle frazioni del paese, ascoltare le preoccupazioni della popolazione, sostenere gli enti locali, senza soppiantarne le funzioni, ed elevare i problemi che vanno oltre il potere dei territori.
Il progresso del paese -ha detto- dipende molto da ogni deputato che assume con dedizione e impegno la sfida che ci siamo posti: superare il bloqueo degli Stati Uniti senza aspettare che venga soppresso.
Il presidente cubano ha evidenziato l’alta partecipazione dei giovani nel nuovo parlamento, ed ha ringraziato le nuove generazioni per essere ispirazione, incoraggiamento e protagoniste delle battaglie della Rivoluzione.
Sono i più giovani i migliori rivoluzionari, perché riconoscono le difficoltà quotidiane e le affrontano e provano a cambiare la situazione, perché nonostante le avversità continuano a sorridere, amare e credere nella possibilità di un paese migliore nonostante alcuni li invitino a non partecipare, distruggere, odiare, essere controrivoluzionari.
Sta a noi, ha affermato Díaz-Canel, incoraggiare questo spirito giovanile ad esprimersi; dobbiamo convincere, ma soprattutto dimostrare ai nostri giovani che sapranno e potranno realizzarsi nella loro patria.Nel suo discorso, il capo dello Stato cubano ha assicurato che il progetto cubano comprende la sua emigrazione impegnata a costruire un paese migliore; coloro che -ha fatto notare- conservano l’amore per la terra d’origine ed il desiderio che essa progredisca.
Non possiamo essere parte della politicizzazione dell’emigrazione cubana, con chi il nemico traffica. Dobbiamo difendere un rapporto che faccia capire loro che ammiriamo i loro trionfi e che la loro patria li rispetta, li ammira con orgoglio e attende il loro ritorno, semplicemente aspirando a che rispettino e difendano il suolo dove sono nati e dove sono stati cresciuti con amore.
Ha espresso che il progetto paese proposto vuole raggiungere una migliore sinergia, diversa da quella di altri modelli, che porti a livelli più elevati di equità e realizzazione individuale e collettiva, “che abbia il sigillo dei valori che condividiamo come società e incorpori sostenibilità e prosperità”.
“Questo è un popolo eroico, che non si è mai stancato di combattere, e da questa stirpe sono nati uomini di cui, il popolo, continua a trarre ispirazione”, ha concluso.
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