domenica 24 Novembre 2024
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Per capire la crisi cubana

Ho passato parte di giugno a Cuba, dove ho consigliato il Piano per la Sovranità Alimentare e l'Educazione Nutrizionale (Piano SAN). Ora sono più evidenti gli effetti di un insieme di fattori che incidono pesantemente sulla vita della popolazione: il bloqueo genocida imposto dagli Stati Uniti da più di 60 anni; la pandemia; la crisi climatica; la guerra tra Russia e Ucraina, fornitori di input, fertilizzanti e turisti dell'isola caraibica.

L’economia dell’unico paese socialista nella storia dell’Occidente, che conta poco più di 11 milioni di abitanti, dipende dall’esportazione del nichel (il cui valore oscilla ampiamente sul mercato internazionale); la produzione di tabacco (circa 80 milioni di unità all’anno) e di rum. L’invio di insegnanti e medici all’estero ed il turismo, ora indebolito dalle nuove misure del bloqueo. Biden mantiene Cuba nella lista dei paesi “promotori del terrorismo” ed ha iniziato a richiedere visti per entrare negli Stati Uniti agli europei che visitano l’isola.
L’attuazione della legge sulla sicurezza alimentare e l’educazione nutrizionale, approvata dall’Assemblea Nazionale nel 2022, è considerata una priorità a Cuba.
Sebbene il governo garantisca una tessera annonaria mensile di base a tutte le famiglie, attualmente le carenze sono più accentuate che durante il Periodo Speciale (1990-1995), quando scomparve l’Unione Sovietica, della cui prosperità Cuba ha beneficiato. Nella penultima settimana di giugno, il ministro dell’Industria Alimentare, Manuel Santiago Sobrino Martínez, ha ammesso in televisione che la scarsa produzione e commercializzazione di alimenti e l’aumento dei prezzi incidono fortemente sulla qualità della vita della popolazione. Oggi Cuba importa l’80% del cibo che consuma, il che rappresenta una spesa di oltre quattro miliardi di dollari all’anno.
Uno degli obiettivi prioritari del Piano SAN è promuovere la sostituzione delle importazioni attraverso nuove abitudini alimentari, come l’introduzione della manioca nella preparazione del pane per ridurre l’acquisto di grano. Uno dei riflessi dell’aumento dei prezzi nel mercato internazionale negli ultimi anni si vede nell’acquisto della carne di pollo: un anno fa una tonnellata costava 900.000 dollari, ora ne costa 1.300.000.
L’energia, prodotta prevalentemente con petrolio importato, influisce sulla produttività dell’industria alimentare. Venezuela non può più garantire la fornitura degli anni precedenti. La crisi climatica si ripercuote anche sull’economia. Durante i primi mesi di quest’anno, la siccità ha ridotto la produzione di latte di 38 milioni di litri, ed ha colpito l’acquacoltura perché il livello dei serbatoi d’acqua è diminuito notevolmente.
Ora il governo incoraggia l’apertura di piccole, medie e micro imprese private. Sono già 844, di cui 144 pasticcerie e panetterie, 194 dedicate alla produzione di insaccati, 188 producono conserve e 92 latticini.
In agricoltura sono state create più di 350 micro-industrie. A partire dal 2022, ci sono stati cambiamenti nel commercio dei prodotti agricoli e si stanno compiendo sforzi per informatizzare il settore. “Sappiamo che finché i cubani non vedranno tutti questi cambiamenti riflessi sul loro tavolo, dubiteranno di tutti questi dati, ma il governo è determinato a ribaltare la situazione”, ha detto il ministro Manuel Santiago Sobrino Martínez.
Secondo Jesús Lorenzo Rodríguez Mendoza, direttore della ricerca per l’industria alimentare, mentre la situazione economica del paese peggiora, l’attività tecnico-scientifica diventa più importante. “In questi 46 anni abbiamo sviluppato 700 prodotti. La nostra missione principale è fornire a tutti i trasformatori di alimenti strumenti, dalla composizione nutrizionale del prodotto all’esecuzione di processi tecnologici, nonché attrezzature più efficienti. Dalla metà del 2022, l’offerta di grano è peggiorata. “Ad esempio, per garantire la stabilità della produzione di grano e del consumo tradizionale per un mese, è necessario acquistare tre barche di grano, che costano circa 35 milioni di dollari”, ha detto Rodríguez Mendoza. Quest’anno sono riusciti ad acquistare solo quattro spedizioni a causa dell’aumento dei prezzi. Il bloqueo rende ancora più difficili le importazioni, perché quasi nessuna nave accetta di effettuare transazioni finanziarie con Cuba per paura di essere penalizzata dalle sanzioni statunitensi.
Un altro esempio degli effetti del bloqueo sono i pezzi di ricambio: “Abbiamo quattro stabilimenti, avevamo finanziamenti disponibili, abbiamo pagato i fornitori di ricambi e le banche con cui lavorano non hanno accettato il nostro pagamento. Dobbiamo cercare altre alternative”.
Per quanto riguarda la produzione di bevande alcoliche, González Lorenzo ha spiegato che il calo della produzione di zucchero ha avuto un impatto negativo sul settore.
Tra le difficoltà incontrate dall’acquacoltura, ha fatto riferimento agli effetti del cambiamento climatico (soprattutto siccità e piogge abbondanti), ai tempi di attesa per ottenere pesci di dimensioni commerciabili ed alla mancanza di risorse tecnologiche e scientifiche per migliorare la pesca.
In sintesi, le misure previste sono palliative, contingenti; non c’è un’altra alternativa che mobilitare la popolazione e dare priorità alla produzione alimentare per promuovere la sostituzione delle importazioni. A questo si aggiunge l’educazione alimentare per ridurre drasticamente il consumo di zucchero, principale causa di malattie letali nell’isola.
È tempo che tutti noi solidali con la Rivoluzione cubana intensifichiamo la lotta contro il bloqueo degli Stati Uniti e mobilitiamo la cooperazione internazionale con l’isola che ha osato conquistare la sua indipendenza e sovranità contro l’impero più potente e genocida della storia dell’umanità.

Frei Betto, collaboratore di Prensa Latina

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