Farhadi ha vinto un Globo d’Oro ed un Oscar nel 2012 per il suo film “Una separazione”, ma questa volta dice che non assisterà alla gala prevista da celebrarsi il prossimo 26 febbraio, nel Teatro Dolby, di Los Angeles, nonostante gli avrebbero concesso un permesso speciale per viaggiare.
Trump firmò un polemico decreto migratorio che blocca l’entrata dei rifugiati per 120 giorni e di cittadini di sette paesi musulmani (Iran, Iraq, Siria, Libia, Somalia, Sudan e Yemen) per 90 giorni negli Stati Uniti.
A giudizio del mandatario, questa politica eviterà che entrino terroristi negli Stati Uniti, ma per Farhadi si tratta di un comportamento estremista che mette sullo stesso livello a tutte le persone che condividano l’idea di imporre una distanza con gli stranieri nel mondo.
I sostenitori della linea dura, sia quale sia la loro nazionalità, i loro argomenti e le loro guerre politiche, vedono e capiscono praticamente il mondo nella stessa forma, espose in un comunicato pubblicato dai mezzi locali di stampa.
Il cineasta assicurò che questo non si limita agli Stati Uniti, perché nel suo paese gli estremisti sono uguali.
Pochi giorni fa, l’attrice protagonista di “Il cliente”, Taraneh Alidoosti, aveva rifiutato di assistere alla cerimonia degli Oscar negli Stati Uniti in protesta contro il progetto del presidente Trump, ora diventato realtà.
La proibizione di Trump del visto per gli iraniani è razzista, affermò l’artista nel suo account dentro la rete sociale Twitter.
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