Il rivoluzionario portoricano, recentemente liberato dalle carceri statunitensi dopo circa 36 anni di reclusione, ha depositato fiori davanti ai monumenti di Mariana Grajales, Madre della Patria; di Carlos Manuel de Cespedes, Padre dei cubani, e di Josè Martì, l’Eroe Nazionale, nella spianata frontale della necropoli.
Emozionato, ha affermato che uscirà di qui speranzoso e con le energie necessarie per continuare con la lotta per la piena liberazione di Porto Rico, che è un obbligo per lui come cittadino di quella nazione e sarà il senso della sua vita fino all’ultimo sospiro.
Cuba deve essere felice per questi uomini e queste donne che forgiarono la sua libertà e con loro il popolo cubano può condividere in questo luogo i loro aneliti, ha affermato Lopez Rivera, che ha esaltato la capacità di coinvolgimento e l’altruismo di quegli esseri, non solo della loro terra, ma anche dell’umanità intera.
Il leader portoricano è arrivato in questa urbe proveniente da quella di Bayamo, nella quale ha conosciuto pagine delle gesta indipendentiste dei cubani ed ha ricevuto l’affetto e l’ammirazione di centinaia di persone.
Durante il suo soggiorno nel cimitero è stato accompagnato dall’Eroe della Repubblica e presidente dell’Istituto di Amicizia coi Popoli, Fernando Gonzalez LLort, che ha condiviso con lui la cella per quattro anni del suo tempo in prigione.
Come parte qui del suo programma, conoscerà il Museo 26 Luglio, situato nell’antica Caserma Moncada, che è stata assaltata da Fidel e dai giovani rivoluzionari nel 1953.
Ig/mca