“Difendiamo Lula ed impediamo che la terza fase del golpe si materializzi”, ha detto Rousseff intervenendo in un incontro in quella località dello Stato di Rio de Janeiro, dove transita nella sua terza tappa la carovana Lula per il Brasile, un progetto spinto dal Partito dei Lavoratori (PT) e la Fondazione Perseu Abramo.
Nel suo discorso, l’ex capa di Stato ha sottolineato che ogni volta rimane sempre più evidente che in Brasile l’anno scorso si è perpetrato un golpe di Stato con la forma di un impeachment fraudolento.
“Ma, il golpe non è solo un atto”, ha detto prima di spiegare che una volta consumata la sua separazione dall’incarico, è cominciata una seconda fase consistente nel togliere alla cittadinanza i diritti conquistati, “lasciando tutte le politiche sociali nel nulla e vendendo le ricchezze del paese al minor prezzo”.
La terza fase di questo golpe, ha messo in allerta, è cercare di togliere Lula dal processo elettorale del 2018 con accuse e processi giudiziali fondati su menzogne, e questo fatto ha un nome: persecuzione politica, ha concluso.
Da parte sua, il fondatore del PT ha ammesso di essere indignato con la situazione che attraversa il paese e si riferì in particolare al caso di Rio de Janeiro, segnalando che non lo aveva mai visto “tanto povero, infelice e rattristato”.
Ha inoltre lanciato una sfida al giudice Sergio Moro, che dirige i fili dell’operazione Lava Jato; alla Polizia Federale ed al Pubblico Ministero affinché dimostrino che possiede un solo real rubato, ed ha ribadito la sua intenzione di presentarsi alle elezioni presidenziali dell’ottobre del 2018.
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