Di fronte alle nuove forme di colonizzazione culturale, il presidente ha invitato a contribuire a formare un pensiero critico diverso, a difendere la spiritualità ed “a non separarci, a lavorare a partire dalle comunità al massimo livello”.
Dobbiamo rompere con le piattaforme che fratturano il settore culturale, ci sono strutture finanziate per segmentare la nostra cultura ed abbiamo due alternative: o resistere in modo creativo nella forma più dignitosa e rivoluzionaria, o arrenderci e perdere i nostri valori con un pensiero annessionista, e questo non è il nostro obiettivo, né quello dell’entità, ha osservato.
Ma questa è anche la sfida di come promuovere il meglio che abbiamo della nostra Rivoluzione senza compromettere ciò che è stato fatto, ha affermato.
La sessione plenaria del IV Congresso dell’AHS è culminata con le parole della prima segretaria dell’Unione dei Giovani Comunisti, Aylín Álvarez, che ha parlato dell’applicazione di nuove soluzioni alla cultura.
La sfida è di tutti e continua viva, e parafrasando uno dei fratelli Saiz, la leader giovanile ha concluso: “Non abbiamo altro che le nostre vite ed un lavoro immenso da fare”.
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