Rebolledo ha presentato i risultati di una recente indagine dell’organizzazione internazionale che indica come si comportano le nazioni di quest’area geografica, che contribuisce con circa 180 miliardi di dollari al mercato globale dei principali minerali (rame, ferro, oro e argento).
Per OLADE, l’America Latina ed i Caraibi hanno il compito di raddoppiare la produzione di rame e gli sforzi di riciclaggio, a causa della necessità di decarbonizzare l’economia entro il 2050.
Secondo lo studio, il 20% del rame raffinato viene prodotto attraverso il riciclo, risparmiando fino all’80% di energia rispetto all’estrazione mineraria.
Per quanto riguarda il litio, la regione dell’America Latina possiede quasi il 60% di tale risorsa e si prevede che la produzione aumenterà di almeno 10 volte nei prossimi 20 anni, a causa della crescente domanda globale di minerali per tecnologie sostenibili.
In un contesto globale che dà priorità all’energia sostenibile ed alla mobilità pulita, l’America Latina e i Caraibi hanno il potenziale per far avanzare gradualmente le catene di produzione attraverso le risorse estrattive, ha osservato l’OLADE.
Inoltre, l’istituzione si è pronunciata a favore della riduzione al minimo dell’uso di combustibili fossili, esigendo al tempo stesso di ridurre le emissioni derivanti dall’estrazione mineraria, un’attività che genera impatti negativi sulla biodiversità, che ha riconosciuto come una sfida.
L’OLADE, la cui sede si trova nella capitale ecuadoriana, riconosce come minerali critici quelli essenziali per lo sviluppo di un’industria, attività o settore, ma non è possibile garantirne l’approvvigionamento in modo duraturo e sicuro.
Ig/avr