Il giudizio è stato celebrato a porte chiuse nell’accampamento militare di Ofer, vicino a Ramallah perché il giudice ha respinto una petizione della difesa affinché il processo fosse pubblico.
Tamimi, di 17 anni (16 quando è stata arrestata in dicembre del 2017) era accusata per schiaffeggiare un soldato israeliano che ha invaso la casa della sua famiglia nel villaggio di Nabi Saleh, vicino a Ramallah.
Sua madre, Nariman, è stata arrestata lo stesso giorno per filmare l’incidente e collocare il video in Internet, fatto per il quale è stata accusata di “incitazione alla violenza”.
Prima del processo di oggi le Tamimis avevano affrontato quasi 10 udienze giudiziali dalla loro detenzione.
L’arresto e procedimento giudiziario della giovane palestinese ha provocato un’ondata di condanne internazionali contro le autorità israeliane, come numerose dimostrazioni di appoggio alla causa palestinese ed alla sua resistenza all’occupazione.
Secondo un comunicato di Amnesty Internacional, che ha condannato il caso, la Convenzione dei Diritti del Bambino, della quale Israele è firmatario, stabilisce che l’arresto, la detenzione o l’incarceramento di un bambino si può usare solo come misura estrema, e per il periodo più breve possibile.
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