“Ci troviamo in una grande battaglia in cui le cose vanno oltre la questione dei fronti di appoggio”, ha sottolineato Nasrallah, intervenendo alla cerimonia di addio del comandante Fouad Shukr (Hajj Mohsen), ucciso martedì nell’aggressione contro un edificio residenziale nella periferia sud di Beirut.
Secondo il riferimento politico e militare libanese, l’attacco contro il sobborgo meridionale di Beirut non è una risposta a quanto accaduto a Majdal Shams, “ma parte dell’aggressione e della battaglia sul suo fronte settentrionale”.
Il segretario generale del movimento ha ribadito che la Resistenza è entrata nell’epopea palestinese del Divulio di Al-Aqsa fiduciosa nella sua moralità, giustizia e importanza.
Per inciso, Nasrallah ha denunciato l’inganno e la falsificazione dell’accusa al martire Hajj Mohsen di essere responsabile dei figli di Majdal Shams, riferendosi alla manovra israeliana per ritenere Hezbollah responsabile della morte di 12 civili nel villaggio del Golan siriano occupato sabato scorso.
A questo punto ha precisato che Hezbollah ha il coraggio e l’audacia di ammetterlo se si tratta di un suo errore ed “il nemico si è nominato procuratore, giudice e boia”.
L’entità occupante non può accettare l’ipotesi che la causa di quanto accaduto a Majdal Shams sia stato un missile intercettore israeliano, ha sottolineato.
Accusarci di ciò che è accaduto a Majdal Shams è ingiusto e inaccettabile e cerca di scagionare l’esercito nemico da ciò che è accaduto, ha concluso.
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