Da un sondaggio del World Arab Research and Development Center risulta che il 50% degli intervistati considera come problema principale il costante esodo dovuto agli attacchi dell’esercito.
Secondo l’indagine, il 21% ha affermato che la loro priorità è procurarsi cibo e acqua, mentre il 16% ha affermato che si tratta di migliorare la situazione abitativa, dopo la distruzione od il danno causato alla maggior parte delle case in questa enclave costiera.
Il 95% degli intervistati ha rivelato che dall’ottobre dello scorso anno, dopo l’inizio del nuovo ciclo di violenze, erano stati sfollati una o più volte in questo territorio.
Il 74% vive in tende da campeggio, il 7% è tornato nelle sue case ed il 19% rimane nelle case parzialmente distrutte.
Quasi la metà dei 538 intervistati ha espresso il desiderio di lasciare la Striscia di Gaza, secondo il sondaggio.
Per quanto riguarda la durata del conflitto, il 60% prevede che non durerà più di tre mesi.
Due terzi ritengono che il ritorno al potere a Gaza dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) sia una possibilità reale dopo anni di controllo da parte di Hamas.
Precisamente, il 71% ritiene che l’enclave costiera dovrebbe essere governata dai palestinesi ed il 17% che dovrebbe essere amministrata da un’organizzazione internazionale.
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