mercoledì 27 Novembre 2024
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Gli attacchi sonici non sono mai esistiti, afferma scientifico di Cuba

La tesi brandita dal governo degli Stati Uniti degli attacchi sonici contro i suoi diplomatici non ha argomenti scientifici e continua senza dimostrarsi, ha sentenziato lo specialista cubano, Nelson Gomez. 

 
Il dottore in Scienze Mediche ha pubblicato un articolo sul portale digitale Cubadebate, nel quale insiste sul fatto che la Casa Bianca ricorre a questa giustificazione per seminare paura nei turisti che decidono di scegliere la maggiore delle Antille come destino delle loro vacanze. 
 
“Abbiamo offerto molti argomenti scientifici che dimostrano che non è esistito nessun attacco e non si è identificato nulla che abbia ferito i diplomatici statunitensi”, sottolinea. 
 
Gli Stati Uniti hanno utilizzato il tema dei danni ai loro funzionari nell’ambasciata aperta di nuovo in luglio del 2015, per ritirare alla maggior parte del loro personale, espellere vari diplomatici cubani da Washington ed emettere un’allerta di viaggio sull’isola, ed incominciare la retrocessione nelle relazioni bilaterali, fatto anticipato dal presidente Donald Trump. 
 
Gomez denuncia che a dispetto della mancanza di prove, continua l’argomento delle lesioni della sostanza bianca cerebrale dei funzionari nordamericani. 
 
“Inizialmente si è fatto riferimento alla possibilità di una commozione cerebrale in alcuni dei colpiti. Rimanendo dimostrato che questo trauma cerebrale leggero era impossibile, espongono che i sintomi e segni presentati dai malati sono solo simili a quelli osservati in una commozione cerebrale”, precisa. 
 
D’accordo col professore titolare e capo del Servizio di Neurologia dell’ospedale Hermanos Ameijeiras, sono cambiati i termini, ma l’obiettivo continua ad essere lo stesso: fare credere all’opinione pubblica statunitense e mondiale che questa è la diagnosi dei danni derivati dagli attacchi ipotetici. 
 
Il 6 dicembre 2017, il giornale Nuevo Herald ha pubblicato un articolo che afferma: “gli esami medici hanno rivelato che i diplomatici statunitensi hanno sviluppato alcuni cambiamenti nei tratti dalla materia bianca”. 
 
“Non si è mai dimostrato che le onde acustiche siano capaci di alterare i tratti di materia bianca nel cervello. Il fatto di trovare alterazioni della sostanza bianca non stabilisce una relazione di causalità coi presunti attacchi acustici”, afferma. 
 
Secondo Gomez, nelle lesioni della sostanza bianca potrebbe costruirsi la nuova giustificazione del governo degli Stati Uniti per tentare di dimostrare che si è prodotto un danno strutturale nel cervello di funzionari e familiari. 
 
“È necessario sottolineare che per stabilire la diagnosi della causa di una lesione della sostanza bianca cerebrale è necessario tenere in conto l’età del paziente, l’età di principio dei sintomi, gli antecedenti patologici personali e familiari, il profilo evolutivo della malattia, i sintomi ed i segnali, e le immagini di risonanza magnetica”, ha sentenziato l’esperto cubano. 
 
Le lesioni della sostanza bianca cerebrale si presentano frequentemente in anziani di 60 anni, particolarmente in quelli che sono ipertesi. 
 
Lo scienziato assicura che per fare chiarezza sulla diagnosi è imprescindibile potere comunicarsi ed esaminare i supposti danneggiati,  avere accesso inoltre agli esami realizzati, opportunità che è stata negata al personale medico cubano che partecipa all’indagine sui supposti attacchi sonici. 

Cuba insiste sul fatto che non si sono prodotti tali attacchi e nella sua volontà di lavorare insieme agli Stati Uniti nella ricerca della verità, senza politicizzazioni né condizioni preconcette per colpire le relazioni tra L’Avana e Washington, deteriorate dall’arrivo di Trump all’Ufficio Ovale, in gennaio del 2017. 
 
Il direttore generale degli Stati Uniti della cancelleria cubana, Carlos Fernandez de Cossio, in marzo ha dichiarato a Prensa Latina che dal primo giorno l’isola è stata disposta a cooperare con le investigazioni per fare chiarezza su questa questione. 
 
Abbiamo fatto inviti, date dimostrazioni di disposizione a collaborare, condivise informazioni e reclamato che si condivida le stesse con le nostre autorità e con lo squadra multidisciplinare che ha lavorato sul tema, ha affermato in un incontro con i giornalisti. 
 
Fernandez de Cossio ha inoltre spiegato che Cuba ha chiesto la possibilità di riunirsi con le persone che hanno riportato i sintomi ed i danni alla loro salute, ed ha sollecitato la possibilità di incontrare i medici che li hanno visitati negli Stati Uniti. 
 
A dispetto di questi sforzi, “la collaborazione è stata insufficiente dalla parte statunitense. Quello che ha provocato la limitata collaborazione da parte degli Stati Uniti è confermare che non esiste nessuna evidenza che in Cuba si siano prodotti attacchi acustici o che si sia potuto commettere qualche atto deliberato contro questo personale”, ha concluso. 
 
Waldo Mendiluza, giornalista di Prensa Latina 
 

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