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Il candidato del Brasile si chiama Lula, afferma presidentessa del PT

Brasilia, 30 lug (Prensa Latina) Anche stando in carcere, il candidato del Brasile per le elezioni presidenziali di ottobre prossimo si chiama Lula, ha affermato oggi la presidentessa nazionale del Partito dei Lavoratori (PT), Gleisi Hoffmann. 

 
Con tutto il rispetto per quelli che la pensano differente, non possiamo e non abbiamo il diritto di desistere dalla sua candidatura, molto meno ora che si avvicina l’ora della verità, ha sottolineato la senatrice del PT in un articolo pubblicato nel sito web di questa organizzazione. 
 
Hoffmann ha confermato che questa settimana la convenzione nazionale del PT confermerà la candidatura dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, e sarà registrata il giorno 15 agosto presso il Tribunale Superiore Elettorale (TSE), come hanno deciso in dicembre del 2017. 
 
La dirigente nazionale del Partito dei Lavoratori ha sottolineato che “non è stato per niente facile arrivare fino a qui e se siamo arrivati è stato per la volontà del popolo che in ogni intervista conferma ed amplia la preferenza per Lula, la vera speranza del Brasile”. 
 
Ha anche ricordato che da poco più di un anno Lula è stato condannato ingiustamente, senza prove né delitto, e che allora i grandi mezzi e Globo hanno festeggiato quello che sarebbe stata la fine di un leader, secondo loro, come prima avevano festeggiato il golpe dell’impeachment contro la presidentessa costituzionale Dilma Rousseff come “la fine dell’era PT”. 
 
Ma, è accaduto tutto il contrario: Lula ha fatto la carovana per il Nordest, e dopo per Minas Gerais, Espirito Santo, Rio de Janeiro ed alla fine dell’anno aveva già più intenzioni di voto che tutti gli altri candidati messi insieme, ha sentenziato. 
 
“È sorprendente -ha aggiunto – che alcune voci del nostro campo politico accettino questa premessa falsa”, nonostante la vice presidente del TSE abbai confermato che il PT ha il diritto di registrare la candidatura e, conseguentemente, di difenderla nei tribunali. 
 
Hoffmann ha insistito sul fatto che la legge garantisce loro il diritto di disputare l’elezione, come è stato assicurato antecedentemente ad oltre un centinaio di candidati che erano nelle stesse condizioni in cui si trova Lula, benché ammettesse che “abbiamo molti motivi per credere che commetteranno una violenza giudiziale in più”. 
 
 
Ig/mpm

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