Da San Cristobal de las Casas, in Chiapas, il sub-comandante Moises, dell’EZLN, ha detto che i progetti del prossimo mandatario messicano distruggeranno le terre dei popoli originari.
Al rispetto ha denigrato il piano annunciato da Lopez Obrador di ripopolare gli alberi dalla selva Lacandona, gli sviluppi del treno maya ed il corridoio dell’Istmo di Tehuantepec, annunciati ieri tra i 25 progetti prioritari dell’amministrazione federale che sostituirà quella del presidente Enrique Peña Nieto.
Tutto lo sforzo di Morena (Movimento di Rigenerazione Nazionale) e di Lopez Obrador dal 1º luglio, è per ingraziarsi la classe dominante ed il gran capitale. Non c’è nessun indizio che dica che è un governo progressista, ha sentenziato senza nessun altro argomento il dirigente zapatista.
Nell’Incontro delle Reti di Appoggio al Consiglio Indigeno di Governo (CIG), ha anticipato che l’EZLN continuerà in resistenza.
Il forum terminerà il 9 agosto, diretto dal sub-comandante Galeano, e con una convocazione ad un incontro internazionale in zone dove gli zapatisti hanno autonomia.
Ig/ool