In un’intervista all’emittente televisiva saudita Al Arabiya, il presidente ha accusato il primo ministro Benjamin Netanyahu di promuovere il genocidio contro i palestinesi.
Almeno 200.000 persone sono state uccise o ferite a seguito dell’aggressione contro la Striscia di Gaza negli ultimi 23 mesi, ha sottolineato.
Ha lamentato la mancanza di reazione internazionale, osservando che mentre “Israele persiste nella sua posizione, il mondo si limita a condannarla”.
A questo proposito, ha criticato la mancata attuazione delle numerose risoluzioni sulla questione adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
“Gaza sta soffrendo una vera carestia. Chi non è morto in guerra sta morendo di fame”, ha affermato.
Il presidente ha elogiato la posizione dei governi egiziano e giordano nel respingere il previsto trasferimento forzato dei palestinesi nel loro territorio ed ha affermato di essere impegnato a fermare il piano.
Ha ricordato che la leadership palestinese ha riconosciuto Israele nel 1988, ma che il paese si rifiuta di ricambiare.
Il presidente ha sottolineato che 149 paesi riconoscono lo Stato palestinese e che molti altri faranno lo stesso questo mese, tra cui Francia e Regno Unito.
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