Presentando i risultati preliminari delle sue indagini sull’isola alla stampa nazionale e internazionale, la funzionaria ha osservato che tali azioni coercitive colpiscono tutti gli ambiti della vita nazionale e danneggiano direttamente i suoi abitanti, in particolare i gruppi più vulnerabili.
Ha sottolineato che queste misure sono particolarmente dannose alla luce dei problemi che la nazione caraibica sta affrontando a causa della crisi internazionale, dell’impatto degli eventi climatici e delle difficoltà economiche interne.
Ha sottolineato che gli effetti dannosi di queste misure sono aggravati dall’inclusione, per motivi politici, dell’isola nella lista dei paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo stilata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Durante le sue visite e gli scambi avuti dall’11 novembre con diversi settori della vita economica, politica e sociale del paese, nonché con organizzazioni, istituzioni e progetti, Douhan ha potuto constatare in prima persona il reale impatto del bloqueo sui diritti umani dei cubani.
Ha sottolineato che queste misure limitano la capacità dello stato di sviluppare politiche pubbliche, violano il diritto al cibo ed a una vita dignitosa, ostacolano gli scambi accademici, incidono sulla fornitura di energia, acqua potabile e medicinali e violano il diritto alla vita in generale.
A questo proposito, il rapporto sull’argomento che presenterà al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite nel settembre del 2026 esorterà gli Stati Uniti a porre fine a questa politica unilaterale “senza fondamento giuridico internazionale”, comprese le sanzioni secondarie e l’applicazione eccessiva di tali sanzioni.
Nel suo intervento, Douhan ha ringraziato il governo cubano per l’opportunità di scambiare idee con leader, rappresentanti della società civile, specialisti, accademici, organizzazioni internazionali e personalità di spicco di vari settori della vita economica, politica e sociale del paese.
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