L’evento, che riunisce storici e ricercatori, si è aperto con la presentazione “Dalla stirpe di Mariana Grajales”, tenuta dalla Dott.ssa Damaris Amparo Torres dell’Università di Oriente.
La storica di Santiago de Cuba ha evidenziato come l’illustre figura di Grajales sia stata spesso trattata in letteratura “sempre all’ombra del figlio Maceo”, sottolineando la necessità di rivendicare la sua importanza.
Ha osservato che dopo il trionfo della Rivoluzione cubana sono emerse opere essenziali che hanno iniziato a riconoscere la sua piena eredità, come il progetto di ricerca “Mariana Grajales: 200 anni di storia e memoria”.
Con precisione accademica, Torres ha chiarito le inesattezze storiche, affermando che, contrariamente ad alcuni resoconti, Mariana Grajales nacque a Santiago de Cuba il 12 luglio 1815, un fatto corroborato dal suo certificato di battesimo rinvenuto nella Chiesa di San Tommaso Apostolo.
Ha inoltre confutato le teorie sulle origini dominicane, riaffermando le sue radici cubane.
L’esperta ha raccontato la resistenza di una donna meticcia che, rimasta vedova in giovane età, affrontò la discriminazione dell’epoca e forgiò una nuova famiglia con il patriota Marcos Maceo, con il quale ebbe dieci figli, la maggior parte dei quali si dedicò alla lotta per l’indipendenza.
“È una donna che si è dimostrata all’altezza della situazione ed ha affrontato l’intera situazione dell’epoca”, ha sottolineato, “pur non avendo ricevuto un’istruzione formale”.
La conferenza ha tracciato il ritratto di una madre che ha sofferto la perdita dei figli in combattimento, ma che ha assunto la guida della famiglia e della causa con una straordinaria forza d’animo.
La sua partecipazione attiva si è estesa a campagne militari come l’invasione di Guantanamo, ed ha mantenuto una consapevolezza politica ed un profondo legame con il patrimonio culturale, insoliti per l’epoca.
Ig/famf





