mercoledì 27 Novembre 2024
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Guta Orientale, analisi di un’inquietante realtà in Siria

Dopo cinque mesi di tranquillità e senza fermare i lavori di ristrutturazione, Guta Orientale, a circa 10 chilometri dal centro di Damasco, permette ora un'analisi dell'inquietante realtà che ha creato il terrorismo. 

 
Prensa Latina ha investigato le opinioni, gli stati d’animo ed i comportamenti che assumono oggi persone come Walid Abù, imam della Gran Moschea di Ayn Tarma, uno dei distretti che integra la regione chiamata la “zona verde”, che circonda al sud ed all’est la capitale siriana. 
 
In sette anni di intensi confronti, Walid non ha abbandonato il suo posto, è sopravvissuto allo spavento delle minacce degli estremisti, che ricattavano gli abitanti della zona, consegnando cibo e mezzi per vivere, in cambio di appoggio logistico. 
 
“Il panico, il terribile grido dei bambini per le esplosioni e le distruzioni, già superate, ci hanno dimostrato con chiarezza che adesso incomincia un’altra guerra: quella di attenuare le sequele e guarire le ferite fisiche e mentali sulla base del perdono e della tolleranza”, ha spiegato. 
 
Al rispetto, ha raccontato che dopo che gli estremisti e le loro famiglie sono state evacuate verso Idleb, dopo la liberazione della regione da parte dell’Esercito siriano, più di 500 persone l’hanno contattato per chiedergli che interceda per il loro ritorno. 
 
“Per questo motivo, lo si è analizzato con le autorità, perché vogliamo che si possa superare tutto, perché questa inquietante veridicità dei fatti di terrore ha colpito tutti i siriani e bisogna superare lo spavento per poter continuare con la riconciliazione”.  
 
Un’altra testimonianza, quella del generale Munir Ahmad, capo delle operazioni nelle località di Jobar, Ayn Tarma e Kafr Batna, una parte dei 115 chilometri quadrati di Guta Orientale, dettaglia i costanti lavori di esplorazione, ritrovamenti di armi e tunnel. 
 
Solamente a Jobar hanno incontrato tunnel di più di mille metri di estensione, a quasi nove metri di profondità, perfino per veicoli di gran trasporto e che hanno utilizzato gli estremisti per lanciare migliaia di proiettili di mortaio e missili contro Damasco in sette anni di guerra, ha sottolineato. 
 
Abbiamo trovato arsenali sotto terra con fucili di franco tiratori, rifornimenti di provenienza statunitense, migliaia di palle di cannone e munizioni per mortai, oltre a missili artigianali di elementi del gruppo Faylaq al Rahman, vincolato all’ex Fronte Al Nusra. 
 
Ahmad ha sottolineato che la riconciliazione avanza giorno per giorno e la località di Ayn Tarma accoglie attualmente più di 30 mila persone, sono state riabilitate le reti di fognatura ed acqua potabile e gli studenti assistono normalmente alle scuole. 
 
C’era molto panico per il ricatto e le minacce dei terroristi che utilizzavano Jobar come punta di lancia contro la capitale, fino a quando gli abitanti, con la vicinanza dell’Esercito siriano, hanno fatto pressioni sugli estremisti ed è avanzata la riconciliazione ed una tregua definitiva, ha affermato. 
 
Guta, dove ora vivono solo circa mezzo milione di persone, rispetto ai tre milioni che esistevano agli inizi della guerra, richiede un intenso processo di ricostruzione, dal momento che le sue edificazioni risultano essere state distrutte o severamente danneggiate per un 72% del totale. 
 
Pedro Garcia Hernandez, corrispondente in Siria di Prensa Latina

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