mercoledì 27 Novembre 2024
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Bolsonaro non si aspettava una risposta tanto contundente da Cuba

Il presidente eletto Jair Bolsonaro non si aspettava una risposta tanto contundente da Cuba, che ha cessato la sua collaborazione nel programma Più Medici ed oggi questa decisione onorevole genera un caos sanitario in Brasile. 

 
Così ha affermato a Prensa Latina il medico brasiliano Daniel Sabino, laureato a Cuba nel 2010. 

Cuba ha deciso a metà di questo mese di non partecipare più a Più Medici davanti ad interrogativi tendenziosi e dichiarazioni dispregiative del futuro governante contro i professionisti dell’isola. 
 
Bolsanaro si è comportato molto rozzamente e non si è immaginato che avrebbe avuto una risposta tanto contundente da parte de L’Avana, perché quando certi personaggi sono in campagna elettorale dicono molte sciocchezze, ma dopo, nel potere, a volte, non le compiono, ha commentato Sabino. 
 
Ha reiterato che il politico di estrema destra non si aspettava una risposta tanto rapida ed energica. È una stupidaggine, nel senso che se sei già il presidente ed il medico esiste già nella comunità, ti conviene che continui a lavorare lì. 

Per Sabino, l’ex militare si è lasciato trascinare da bandiere politiche ed ideologiche che rispondono agli interessi di gruppi con tradizione di lotta contro la Rivoluzione cubana ed i partiti di sinistra, e non ha pensato in nessun momento nell’assistenza medica del suo popolo. 
 
Ora, ha riflettuto il medico, un gigante come Brasile rimarrà senza assistenza medica nei luoghi più necessitati, in comunità lontane dalle grandi città, nelle zone dei popoli originari. 
 
“Al principio, alcuni professionisti brasiliani copriranno quelle piazze lasciate dai cubani, ma in un anno circa, la statistica conferma che circa il 40% scappa da questi luoghi incomodi”, ha assicurato il dottore brasiliano e rivela: non sarebbe la prima volta che questo succede. 

Ha spiegato che per tradizione, i medici brasiliani vogliono andare a lavorare nei grandi centri urbani, presentarsi in cliniche private. Li attrae il mercato, il denaro. 
 
Solo un professionista, forgiato con ideali di umanesimo come il cubano, va nei posti più necessitati di assistenza medica. 
 
Secondo Sabino, Cuba e Brasile hanno basi curricolari molto simili nella carriera di Medicina, ma esiste una marcata differenza. 
In tale senso, ha argomentato che nell’isola si fa più enfasi nella pratica, nell’avvicinamento del medico agli scenari clinici, vicino alla popolazione. 
 
Dai primi anni della carriera uno lavora, essendo studente, in ospedali o centri cubani di assistenza. Si dà priorità all’aspetto umano. In Brasile c’è una messa a fuoco, una visione più forte verso il mercato, verso il corporativismo, nel diventare ricco, ha sottolineato. 
 
Sullo stesso tema, il medico brasiliano Carlos Simer, laureato nel 2006 nella Scuola Latinoamericana di Medicina dell’isola (ELAM), ha affermato che la differenza è nella pratica e nei rapporti umani. “A Cuba abbiamo imparato a visitare, a capire la persona, come vive, e si cerca da subito una diagnosi clinica, prima di inviare il paziente a fare degli esami”. 
 
I cubani hanno trasformato ed hanno dimostrato che cosa è realmente un medico. Hanno portato ed hanno applicato il modo migliore di interagire con la comunità. Se Brasile ha cercato Cuba per il programma Più Medici è perché qualcosa mancava e manca in questo paese, ha concluso Simer. 
 
Osvaldo Cardosa Samon, corrispondente di Prensa Latina in Brasile

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