In un messaggio nella rete sociale twitter, Diaz-Canel ha affermato che “non cambierà l’atteggiamento di fronte a quelli che sostengono la spada contro di noi. Noi cubani non c’arrendiamo, né accettiamo leggi sui nostri destini che siano fuori dalla Costituzione. A Cuba comandiamo noi cubani”.
“Il titolo III non è peggiore del I né del II, che sono nel piano di azioni contro tutto il popolo di Cuba. Nessuno ci ruberà, né con la seduzione né con la forza, la Patria che i genitori hanno ottenuto combattendo”, ha scritto il capo di Stato caraibico in un altro tweet.
Il Titolo III rappresenta il carattere extraterritoriale dell’aggressività di Washington contro L’Avana ed il suo obiettivo di scommettere sull’asfissia economica, come metodo per materializzare il suo anelato cambiamento di regime a L’Avana.
La misura in questione cerca di privare la nazione caraibica dell’investimento straniero necessario per il suo sviluppo socioeconomico.
Il Governo caraibico ha confermato questo mercoledì che la Helms-Burton utilizzata dagli Stati Uniti per cercare un cambiamento di regime mediante la recrudescenza del bloqueo economico è inapplicabile, a partire da quanto stabilito nell’ordinamento giuridico dell’isola.
Da parte sua, la Cancelleria ha ricordato, nel suo account di Twitter, che il paese caraibico ha approvato nel 1996, lo stesso anno in cui è entrata in vigore la Helms-Burton, la Legge 80 di Riaffermazione della Dignità e Sovranità Cubane.
L’iniziativa, promossa dall’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, dichiara illecita la legge anticubana, inapplicabile e senza valore né con nessun effetto giuridico. “Conseguentemente si considera nullo ogni reclamo che si vorrà applicare basato su questa legge, di persona naturale o giuridica, qualunque sia la sua cittadinanza o nazionalità”, conclude.
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