“Sanders può essere molto vicino a catturare la nomina democratica e trasformare il suo partito tanto drammaticamente come l’ha fatto il presidente Donald Trump con il Partito Repubblicano”, riflette l’analista Patrick Buchanan nella rivista Shutterstock, un’opinione che molti vedono con un livello determinato di scetticismo.
Sono stati pochi, perfino tra i democratici, quelli che hanno scommesso inizialmente su di lui, un uomo di 78 anni che si auto definisce come “socialista democratico”, che ha superato da poco un infarto cardiaco.
E ben presto misurerà la sua strategia nel dibattito pubblico in Carolina del Sud, dove le sue opinioni sul “socialismo”, che ha fatto notare non somiglierebbero ai modelli dell’America Latina ed ai suoi modi di concretare politiche sociali, saranno il punto chiave dell’appuntamento. Nonostante, coi suoi argomenti e la sua visione politica, Sanders aumenta l’appoggio a suo favore e conquista l’elettorato, in modo che ha avuto un pareggio nel primo posto nei caucus dell’Iowa, ha vinto la primaria di New Hampshire ed ha lasciato indietro tutti i suoi contendenti nel caucus del Nevada.
I rivali gli esigono ogni dettaglio del suo status di salute e discutono le sue capacità per sdebitarsi di fronte al paese, ed in una certa forma si realizza la teoria che il più attaccato, è sempre quello che più avanza.
Questa teoria era seguita dall’ex presidente statunitense Richard Nixon, che l’usava spesso: Quando ascolti parlare di una coalizione che si formi per fermare a X, assicurati di scommettere su X.
Se otterrà la candidatura del suo Partito, Sanders dovrebbe poi affrontare il rivale repubblicano, benché analisti considerino e mettono in bilancia l’esperienza politica del senatore e le finanze che apporta il miliardario Michael Bloomberg.
Molti esperti coincidono che il punto nevralgico del processo elettorale statunitense potrebbe essere marcato dalla rivalità tra Sanders e l’attuale presidente ed aspirante alla rielezione per il partito rosso, Donald Trump.
Prima di arrivare a questo momento, qualcosa che certi specialisti mettono in dubbio, Sanders dovrebbe superare non pochi ostacoli apparsi sulla sua strada, benché con alcune speranze visibili.
In primo luogo, le possibilità di trasformarsi in presidente sono scarse, a criterio di politologi consultati ed invece, le probabilità che vinca la nomina e riformi il partito sono buone e sono migliorate settimanalmente.
Sanders predice vittorie in Texas e California, inoltre secondo le inchieste supera perfino la senatrice Elizabeth Warren in Massachusetts, il suo stato natale, che celebra anche la primaria il Super Martes, il 3 marzo prossimo. Per le prossime ore e giornate rimangono vari punti interrogativi: chi potrà vincere un Sanders in aumento di voti? quando e dove potranno vincerlo? Le opzioni sono già conosciute e fino al momento nessuno di loro ha superato prima l’aspirante “socialista”.
Si trovano, inoltre, nella corsa presidenziale per i democratici l’ex vicepresidente Joe Biden, l’ex sindaco di South Bend (Indiana) Pete Buttigieg, il miliardario ed attivista Tom Steyer e la senatrice Ammy Klobuchar.
Yosvany Noguet Rodriguez, giornalista di Prensa Latina