In occasione del Giorno dei Prigionieri palestinesi, i reclusi si raggrupparono sotto lo slogan “Libertà e Dignità” intorno ad un’iniziativa al riguardo presentata dal leader del partito Al Fatah, Marwan Barghouthi, (carcerato da 15 anni nelle carceri israeliane).
Secondo mezzi palestinesi, i partecipanti nello sciopero della fame buttarono fuori tutti i prodotti alimentari dalle loro celle e come segno distintivo si rasero i suoi crani nelle prigioni di Ashkelon, Gilboa, Hadarim, Ktziot, Nafha, e Ramon.
Questo lunedì l’ufficio del primo ministro palestinese, Mahmoud Abbas, emise un comunicato che riporta la lista delle domande degli scioperanti.
I carcerati palestinesi, secondo il testo, chiedono “attenzione alle loro necessità basilari, i loro diritti come reclusi, la fine della pratica israeliana della detenzione amministrativa, la tortura, e gli ingiusti tratti”.
Inoltre, aggrega la nota, si esige “la fine dell’arresto di bambini, la negligenza medica, l’isolamento, il trattamento degradante, e la privazione dei diritti basilari come le visite familiari ed il diritto all’educazione”.
La detenzione amministrativa, ricordano mezzi palestinesi, è una misura delle autorità israeliane che permette loro di mantenere praticamente detenuta ad una persona per tempo indefinito senza che gli siano presentate accuse o essere accusato formalmente davanti ad un tribunale.
Tra i carcerati si trovano 57 donne, 300 bambini, 13 deputati, 500 detenuti amministrativi, 18 giornalisti e 800 carcerati che richiedono attenzione medica.
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