Valencia, vittima di un recente tentativo di omicidio, ha fatto riferimento su Twitter alla Minga indigena, allo sciopero nazionale ed alle manifestazioni degli ex guerriglieri delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo (FARC-EP), iniziative che esigono la cessazione dei massacri e degli omicidi perpetrati dal governo del presidente Ivan Duque.
“Il pellegrinaggio in Difesa della Vita e della Pace, è una prova inconfutabile che le persone sono disposte a combattere. Se incoraggiamo le persone che soffrono, saremo molti di più. Le motivazioni sono tante”, ha scritto Valencia sul social network.
Nelle ultime settimane la nazione sudamericana è stata teatro di numerose mobilitazioni di questo tipo, criminalizzate dall’esecutivo per giustificare il proprio rifiuto al dialogo.
I manifestanti esigono pacificamente la fine dell’ondata di violenza che ha causato la morte di leader sociali, popolazioni indigene, attivisti ambientalisti e pacifisti ed ex guerriglieri protetti dagli accordi di pace firmati nel 2016.
Questo fine settimana la Carovana Umanitaria al Cañon del Micay, dipartimento del Cauca, e la marcia dei membri smobilitati delle FARC-EP, che da varie punti del paese si riuniscono in questa capitale.
Secondo i dati dell’Istituto degli Studi per lo Sviluppo e sulla Pace, fino ad oggi, nel 2020 Colombia è stata teatro di 68 massacri, più di 50 leader sociali e difensori dei diritti umani hanno perso la vita e 236 ex guerriglieri.
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