giovedì 26 Dicembre 2024
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Cuba ricorda i bombardamenti statunitensi di 60 anni fa

L'Avana, 15 apr (Prensa Latina) I cubani oggi ricordano i bombardamenti degli Stati Uniti su tre terminal aerei del territorio nazionale, esattamente 60 anni fa, mentre oggi Washington insiste con il bloqueo contro l'isola.

Il 15 aprile 1961, aerei mimetizzati con insegne cubane attaccarono contemporaneamente l’aeroporto di Ciudad Libertad (nella capitale), la base aerea di San Antonio de los Baños, a sud-est de L’Avana e l’aeroporto nella città orientale di Santiago de Cuba.

 

Gli eventi, avvenuti all’alba, avevano lo scopo di far credere all’opinione pubblica internazionale che una ribellione interna fosse in atto nel paese poco dopo il trionfo della Rivoluzione cubana, nel gennaio 1959.

 

Inoltre, l’azione – che è costata la vita a quasi un centinaio di persone – ha cercato di provocare paura e confusione, distruggere la scarsa e antiquata forza aerea cubana, per garantire l’impunità all’incursione nemica via mare, che accadde poco dopo.

 

Il giorno successivo, nell’addio alle vittime degli attacchi aerei, il leader cubano, Fidel Castro, ha dichiarato il carattere socialista della Rivoluzione.

 

“Questo è ciò che non possono perdonarci, che siamo lì sotto il loro naso, e che abbiamo fatto una rivoluzione socialista proprio sotto il naso degli Stati Uniti!”, Ha detto Fidel Castro nell’incontro di massa vicino al cimitero.

 

Il sabotaggio dell’aeroporto è stato il preludio all’invasione della Baia dei Porci – situata nella provincia occidentale di Matanzas – dove il 17 aprile è arrivata una brigata armata, addestrata e trasportata dalla CIA degli Stati Uniti.

 

Dopo 60 ore di duri combattimenti, furono sconfitti i mercenari, che si arresero a Playa Girón al tramonto del 19 e questa azione rappresentò la prima grande sconfitta dell’imperialismo in America Latina.

 

A quasi sei decenni da questi eventi, gli Stati Uniti continuano con il loro bloqueo contro la maggiore delle Antille, esacerbato negli ultimi tempi dalla Casa Bianca nel bel mezzo della pandemia del coronavirus.

Ig/avr 

 
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