giovedì 26 Dicembre 2024
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Lula si presenta all’assediata sede della Giustizia Federale a Curitiba

Brasilia, 10 mag (Prensa Latina) L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva arrivò attorno alle 13:45 (ora locale) all'assediata sede della Giustizia Federale nella città di Curitiba, dove presterà testimonianza davanti al giudice Sergio Moro. 

 
Come riporta la stampa, da ore della mattina di oggi un contingente di più di 400 poliziotti militari e federali fortemente armati, e con appoggio della motorizzata e la cavalleria, custodiscono il luogo dove testimonierà per la prima volta Lula davanti al massimo incaricato dell’operazione anti-corruzione Lava Jato. 
 
Moro, mentre, arrivò segretamente alla sede della Giustizia Federale alle 11 della mattina (ora locale). 
 
Ieri, il Tribunale Federale della Quarta Regione di Curitiba respinse la domanda di habeas corpus formulata dalla difesa di Lula per sospendere il processo, davanti all’impossibilità di analizzare i documenti che furono aggregati alla causa per via digitale tra il 28 aprile ed il 2 maggio. 
 
I dati consegnati ora, e sollecitati in ottobre del passato anno, sommano 5,42 gigabytes e furono aggregati senza indice ed in forma disorganizzata. Ci sono circa cinque mila documenti (tecnici, giuridici e di commercio), con un numero stimato di circa 100 mila pagine, dettagliarono gli avvocati difensori. 
 
Spiegarono inoltre che Moro rifiutò il sollecito di un termine addizionale per studiare la voluminosa documentazione ed anche la consegna dell’altra parte dei fascicoli in sospeso di revisione. 
 
Lo stesso giudice federale di Curitiba che maneggia a suo capriccio l’investicazione di Lava Jato, ha voluto questo lunedì proibire alla difesa di Lula registrare il suo interrogatorio, allegando che con ciò pretendevano “trasformare l’atto in un evento politico-di partito, assolutamente lontano dal proposito del processo”. 
 
D’altra parte, la giudice Diele Denardin Zydek proibì l’installazione di accampamenti nella capitale del Paranà per ostacolare l’appoggio popolare all’ex dignatario, un atteggiamento che il coordinatore del Fronte Brasile Popolare, Raimundo Bonfim, considerò tipico di uno Stato di eccezione. 
 
Ig/mpm 
  

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