In una sessione plenaria, il 1º novembre, il principale organo deliberativo delle Nazioni Unite, l’unico che accoglie in uguaglianza di condizioni i 193 Stati membri dell’organizzazione, reclamò un’altra volta il sollevamento del bloqueo economico, commerciale e finanziario vigente durante più di mezzo secolo.
L’iniziativa adottata esorta tutti i paesi a non promulgare né applicare leggi e misure contrarie alla Carta dell’ONU ed illegali, che non rispettano il principio del non intervento nei temi interni delle nazioni e della libertà di commercio e navigazione internazionali.
In questo senso, sollecita quelli che eseguono tali azioni a prendere le misure necessarie per abrogarle o lasciarle senza effetto.
Inoltre, sollecita il Segretario Generale dell’organizzazione che in consultazione con gli organi ed organismi pertinenti del sistema delle Nazioni Unite, prepari una relazione sul compimento della risoluzione.
Solo gli Stati Uniti ed il suo alleato Israele votarono nell’Assemblea contro il progetto, che ha ricevuto un contundente rifiuto delle organizzazioni globali e regionali, oltre che di vari governi nella loro rappresentanza nazionale.
Il Gruppo dei 77 più Cina, integrato da 134 dei 193 membri dell’ONU; il Movimento dei Paesi Non Allineati, con 120 stati; l’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico; il Gruppo Africano; la Comunità dei Caraibi; la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici e l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica hanno confermato l’isolamento di Washington.
Nella giornata storica, in cui 191 paesi hanno esatto la fine del bloqueo per il terzo anno consecutivo, hanno appoggiato Cuba anche i rappresentanti del Venezuela, Bolivia, Nicaragua, Sudafrica, Russia, Cina, Vietnam, Algeria, Messico e Colombia, tra gli altri.
CUBA DENUNCIA
Il cancelliere di Cuba, Bruno Rodriguez, denunciò nell’Assemblea Generale la validità del bloqueo e l’impegno dell’amministrazione del presidente Donald Trump nella sua recrudescenza, con l’obiettivo di cancellare i progressi delle relazioni bilaterali ottenuti con il suo predecessore, Barack Obama.
Rodriguez segnalò che il bloqueo costituisce una violazione flagrante, di massa e sistematica dei diritti umani dei cubani, trasgredisce il Diritto Internazionale e rappresenta un atto di genocidio, perché cerca l’asfissia economica di un popolo e di ucciderlo per fame e disperazione.
“Sono incalcolabili i danni umani che ha prodotto l’applicazione di questa politica. Non esiste una famiglia cubana né un servizio sociale che non soffra le privazioni e le conseguenze del bloqueo. Anche l’emigrazione cubana soffre discriminazione e pregiudizi”, ha sottolineato.
D’accordo col cancelliere, il bloqueo nordamericano costituisce il maggiore ostacolo per lo sviluppo economico e sociale dell’isola e per l’implementazione del Piano Nazionale, in linea con l’Agenda 2030 di Sviluppo Sostenibile.
GLI USA DIFENDONO QUELLO CHE E’ INDIFENDIBILE
Nella sessione dell’Assemblea che è stata scenario di un’altra condanna importante del mondo contro il bloqueo, la rappresentante permanente degli Stati Uniti presso l’ONU, Nikki Haley, difese queste sanzioni, in una maniera che qui molti definirono arrogante e prepotente, propria della portavoce di un impero.
Haley ha definito “una farsa politica” il dibattito nell’Assemblea Generale e manifestò che la Casa Bianca manterrà il bloqueo economico, commerciale e finanziario, cosciente del suo isolamento davanti al pianeta.
La diplomatica ha dichiarato che il suo paese “perde tempo” nel forum e che “non si lascerà distrarre”, ricorrendo ad accuse ricorrenti che Cuba viola i diritti umani.
Il cancelliere dell’isola sottolineò nel suo discorso che gli Stati Uniti ed il suo presidente Trump non hanno la minore autorità morale per criticare la maggiore delle Antille.
In questo senso, menzionò la colpevolezza della nazione settentrionale in materia dei diritti umani, segnata dalla marginatura delle famiglie povere nell’Unione, l’aggressività contro gli immigranti, gli assassinati e le torture delle sue truppe all’estero, i crimini commessi da poliziotti contro afrodiscendenti e la mancanza di garanzie di educazione, salute e previdenza sociale.
LE REAZIONI
Concludendo la votazione, Prensa Latina dialogò con diplomatici di vari paesi che emersero il nuovo appello dai cinque continenti di abrogare le sanzioni unilaterali ed extraterritoriali.
L’appello della comunità internazionale a mettere fine al bloqueo economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba costituisce un trionfo della ragione e della giustizia, dichiarò l’ambasciatrice dell’isola Anayansi Rodriguez.
La rappresentante permanente precisò che la nuova vittoria del popolo cubano con l’appoggio mondiale risponde alla storia di lotte del paese caraibico ed al lascito del leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro.
Da parte sua, gli ambasciatori del Venezuela, Rafael Ramirez, e Nicaragua, Maria Rubiales, risaltarono l’isolamento di Washington, a dispetto delle sue pressioni e della sua retorica aggressiva.
Entrambi i diplomatici criticarono la chiara meta dell’attuale amministrazione di retrocedere al passato con la sua posizione anticubana, ignorando l’appoggio globale e dentro il territorio statunitense al processo diretto alla normalizzare delle relazioni bilaterali, iniziato in dicembre del 2014, sotto la gestione del presidente Obama.
Waldo Mendiluza, corrispondente di Prensa Latina all’ONU