mercoledì 27 Novembre 2024
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Venezuela: le strade sinuose del dialogo

Il dirigente “chavista” e ministro dell’Educazione, Elias Jaua, ha confermato il compromesso governativo di assistere al tavolo di dialogo convocato in Repubblica Dominicana. 

 
Diverse fonti, governative e di partiti, oppositrici o estere, espongono che il paese richiede questo processo per avanzare verso la stabilità politica ed economica, fatto che ha sottolineato Jaua. 
 
Questa è una gran verità ma, nel fondo del processo, ci sono nascosti gli interessi dell’opposizione che apparentemente pretendono usare le conversazioni con altri fini sconosciuti, che però già si possono indovinare, secondo gli analisti. 
 
“Non sappiamo che cosa farà l’opposizione. Noi continuiamo come l’abbiamo sempre fatto, perché il paese ha bisogno di dialogo, il paese ha bisogno di stabilità politica ed economica, è quello che esige il nostro popolo”, ha sottolineato Jaua. 
 
“Siamo una dirigenza responsabile che non cerca il confronto, che non cerca l’instabilità, che non porta Venezuela verso una guerra”, ha affermato, “ma, nonostante non sappiamo che cosa pensa l’altra parte”. 
 
Statistiche divulgate dal presidente Nicolas Maduro indicano che il suo governo ha realizzato un totale di 338 appelli al dialogo ed alla pace all’opposizione venezuelana dall’anno 2013. 
 
Solo dall’inizio dell’anno sono stati fatti 269 inviti alla destra per trovare una soluzione ai problemi, con la via del dialogo, e già l’opposizione sta mettendo date con condizionanti. 
 
Non è chiaro se i rappresentanti della Mensa dell’Unità Democratica (MUD), un ente che non esiste più praticamente, assisteranno, cioè i partiti Primero Justicia, Voluntad Popular, Vente Venezuela, Accion Democratica ed Un Nuevo Tiempo.
 
“La soluzione dei problemi non può essere il confronto, quello sterile, con la violenza. Cerchiamo la pace per la via politica, per la via elettorale, per la via del dialogo”, ha detto Maturo, parlando di questo incontro e che “bisognerebbe ricordarsi che sono necessarie due persone per potere conversare, non è permesso il monologo”. 
 
Questi incontri in Dominicana sono incominciati il 13 settembre, dopo che il presidente venezuelano, per consolidare la stabilità del paese, ha accettato  l’invito dell’ex presidente spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero e del governo della Repubblica Dominicana, presieduto da Danilo Medina. 
 
In quell’opportunità, si sono abbordati i temi relazionati alla sovranità, al ripudio delle azioni interventiste contro Venezuela, come programma e le garanzie elettorali in attesa delle elezioni regionali e municipali. 
 
In quella riunione si è ricordato che i rappresentanti del governo nazionale e l’opposizione venezuelana avrebbero affrontato un nuovo incontro il 27 settembre, accompagnati da una commissione conformata dal Messico, Cile, Bolivia e Nicaragua, ma purtroppo a quell’incontro esplorativo l’opposizione venezuelana si è rifiutata di assistere. 
 
Secondo il capo della delegazione governativa a queste conversazioni, Jorge Rodriguez, con l’opposizione si sono realizzate diverse riunioni pubbliche e private per concretare un accordo di convivenza e di pace. 
 
Ora, il governo nazionale accorrerà senza nessun tipo di condizioni e senza permettere l’ingerenza di governi stranieri, come pretende la delegazione dell’opposizione che pretende dare ai cancellieri dei paesi accompagnanti un potere di negoziazione. 
 
In recenti dichiarazioni Rodriguez ha detto che prima delle elezioni dell’Assemblea Nazionale Costituente del 30 luglio, si era raggiunto un accordo con i componenti della MUD, ma una chiamata all’ultimo momento di Henrique Capriles ha mandato all’aria le negoziazioni, secondo confessioni fatte dal dirigente Manuel Rosales. 
 
D’altra parte, alcune fonti assicurano che il dialogo è una trappola per il governo, perché l’opposizione parla di creare condizioni elettorali (includendo un nuovo CNE) che garantiscano elezioni libere, e per questo motivo hanno chiesto la presenza dei cancellieri dei quattro paesi affinché investighino il governo nel compimento di quello che si accorda. 
 
Visto così, è certo, è una manovra per mantenere la sua accusa che nelle elezioni della costituente e nelle regionali c’è stata una frode e che l’ANC ed i governatori eletti sono illegittimi. 
 
Certamente, la strada è scabrosa, molte varianti si destreggiano dietro scene mobili, perfino quella di posporre il dialogo fino a dopo le elezioni municipali quando, delle forze che integrarono la MUD, si saprà già come o quali avranno la voce principale. 
 
Ig/lb 

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