Questa misura legale è stata approvata all’unanimità nel massimo organo giudiziale boliviano ed ha abilitato la postulazione per le elezioni generali al finale del 2019; ed i suffragi alla metà del 2020, del presidente, vicepresidente, 154 legislatori, nove governatori, 339 sindaci e 3500 consiglieri comunali, riportano oggi i mass media locali.
Come ha affermato il presidente del TCP, Macario Lahor Cortez, nella sede del Potere giudiziale boliviano nella città di Sucre, si è adottata l’applicazione superiore di accordi internazionali sulla disposizione legale contenuta nell’articolo 256 della Costituzione Politica dello Stato.
Lahor Cortez ha detto che questa abilitazione di postulazioni indefinite favorisce i cittadini che erano limitati dalla legge, “e così definitivamente quello che sceglie è il popolo boliviano”.
Ha insistito, inoltre, che questa sentenza costituzionale include governatori, sindaci, membri dell’assemblea, consiglieri comunali e tutti quelli che appartengano o no al MAS od ad altri partiti politici, e “giustamente, coinvolge anche il presidente ed il vicepresidente dello stato”.
Questo ricorso giudiziale, presentato in settembre di questo anno, chiedeva al TCP di dichiarare l’incostituzionalità di cinque articoli della Legge Elettorale e considerarne inapplicabili altri quattro della Costituzione Politica dello Stato riferiti al limite di partecipazione in elezioni per il presidente, vicepresidente, governatori, membri dell’assemblea, sindaci e consiglieri comunali.
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