Il benchmark del Brent del Mare del Nord è aumentato di 78 centesimi per attestarsi a 75,38 dollari, mentre il greggio leggero del Texas è salito 65,85 dollari.
Secondo fonti del settore energetico, il governo degli Stati Uniti avrebbe inviato richieste ufficiose all’Arabia Saudita e ad altri produttori dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) di aumentare l’estrazione.
A tal proposito, gli analisti sostengono che gli USA sperano che un aumento della produzione di petrolio contribuisca nuovamente alla caduta dei prezzi del cosiddetto oro nero.
Mentre l’OPEC e altri importanti esportatori hanno accettato di ridurre l’estrazione per riequilibrare il mercato e stabilizzare i prezzi, gli Stati Uniti hanno aumentato la loro produzione a livelli record.
Nonostante l’aumento del prezzo del greggio, gli esperti sostengono che il mercato sia minacciato da una possibile guerra commerciale globale, scatenata dall’aumento dei dazi statunitensi sull’alluminio e sull’acciaio, contro i quali i paesi colpiti hanno già annunciato contromisure.
Il barile dell’OPEC è stato quotato a 72,78 dollari martedì, con un calo di 78 centesimi rispetto alla chiusura di lunedì.
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