Azoulay si è riunita con l’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran nell’Unesco, Ahmad Jalali, per conversare sulle tensioni in Medio Oriente ed in questione le conseguenze che potrebbero colpire il patrimonio e la cultura nella regione.
Sulle minacce del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di attaccare luoghi culturali iraniani, Azoulay ha ricordato che le Convenzioni del 1954 per la Protezione dei Beni Culturali in caso di Conflitto Armato e quella del 1972 per la Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale, sono state convalidate dagli Stati Uniti e dall’Iran.
La seconda convenzione esige ai firmatari “di non prendere deliberatamente nessuna misura che possa causare danno, direttamente o indirettamente, al patrimonio culturale e naturale situato nel territorio di altri Stati appartenenti alle Nazioni Unite”.
Inoltre, la direttrice dell’Unesco ha menzionato i termini della Risoluzione 2347 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, approvata all’unanimità nel 2017, che condanna gli atti di distruzione del patrimonio culturale come crimini di guerra.
Infine, ha sottolineato “l’universalità del patrimonio culturale e naturale, vettore di pace e di dialogo tra i paesi che la comunità internazionale ha il dovere di proteggere e preservare per le generazioni future”.
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