Un giornalista del quotidiano Yedioth Ahronothle ha chiesto a Gantz se lo stato ebraico fosse pronto ad agire militarmente contro la nazione persiana, al che il funzionario ha risposto con un laconico sì.
L’Iran è un problema internazionale e regionale, il mondo ne è stato testimone venerdì, ha affermato in riferimento a un presunto attacco a una petroliera affittata da una società israeliana, che ha causato due morti.
Da allora numerosi membri del governo israeliano, guidato dal primo ministro Naftalí Bennet, hanno ritenuto Teheran responsabile dell’evento, anche se nessuno lha dimostrato.
Ora è il momento dei fatti, le parole non bastano. È tempo di un’azione diplomatica, economica e persino militare, altrimenti gli attacchi continueranno, ha sottolineato Gantz.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Said Khatibzadeh, ha definito infondate le accuse di Tel Aviv e ha avvertito che il suo paese non esiterà “quando si tratterà di proteggere la propria sicurezza e i propri interessi nazionali e risponderà rapidamente e con fermezza a ogni possibile avventura”.
Le minacce coincidono con il recente annuncio di maggiori finanziamenti per l’esercito israeliano nel 2022.
L’Esecutivo ha approvato la concessione alle forze armate di 17.800 milioni di dollari l’anno prossimo, 2.150 milioni di dollari in più rispetto all’attuale budget.
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