lunedì 9 Dicembre 2024
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La Jornada: consideriamo cavernicola ed interventista l’esclusione degli Stati Uniti di Cuba dal vertice

Il quotidiano messicano La Jornada ha definito oggi come cavernicola ed interventista il rifiuto degli Stati Uniti di convocare tutti i leader dei paesi del continente al Vertice delle Americhe, come dovrebbero essere obbligati a fare.

 

In questo modo il giornale si allinea ai criteri del presidente Andrés Manuel López Obrador, che ha anche considerato un “ostacolo politico interventista” che esiste da più da due secoli, cioè da quando James Monroe (1823) ha avuto l’idea coloniale che solo i gringos sono padroni e signori dell’emisfero occidentale.

“Se un paese viene escluso dal Vertice delle Americhe di Los Angeles, negli Stati Uniti, io non andrò e il ministro degli Esteri, Marcelo Ebrard, mi rappresenterà”, ha avvertito il presidente Andrés Manuel López Obrador.

Nella sua conferenza stampa al Palazzo Nazionale, ha risposto così alla domanda di un giornalista al riguardo ed ha sostenuto che lo avrebbe fatto perché non vuole che la stessa politica continui in America, vuole affermare l’indipendenza, la sovranità, manifestarsi per la pace, non per il confronto, ma per la fratellanza, ascoltarsi e risolvere gli scontri.

Nessuno, ha ripetuto, ha il diritto di escludere nessuno, ed ha ricordato la frase di George Washington che i governi e le nazioni non dovrebbero approfittare della sventura degli altri popoli. Ha detto che è un Vertice delle Americhe, ma se non ci sono tutti gli americani, se sono esclusi, secondo loro da dove vengono, da un’altra galassia su un altro pianeta?.

La Jornada indica che un tale rifiuto motiva López Obrador a chiarire che cerca l’unità di tutta l’America, non ci dovrebbe essere confronto e anche con le differenze dobbiamo instaurare un dialogo con tutti gli americani.

Su questo deve decidersi il governo degli Stati Uniti, perché è una questione di diritti umani ed ha a che fare con la sovranità e l’indipendenza dei popoli, con il non intervento e l’autodeterminazione di ogni paese; vogliamo che tutti siano invitati, questa è la posizione del Messico, aveva detto il presidente.

Il quotidiano ricorda che 35 nazioni, con quasi un miliardo di abitanti, fanno parte del continente americano, ma i gringos, con la loro arroganza egemonica, assicurano che solo loro decidono e gli altri devono obbedire indiscutibilmente, anche se è vero che alcuni governi in genuflessione accettano di essere il loro cortile.

López Obrador ha ricordato che negli Stati Uniti ci sono gruppi politici che scommettono sulla lotta e che vorrebbero tenere in ostaggio i popoli dell’America Latina e dei Caraibi.

Ha citato il caso del bloqueo contro Cuba, che è disumano e vile utilizzare una strategia politica di questo tipo a fini politico-elettorali. Un popolo, un popolo intero, non può soffrire per l’interesse di un gruppo, conclude il giornale.

 

Luis Manuel Arce, corrispondente di Prensa Latina in Messico

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