martedì 22 Aprile 2025
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Fidel Castro all’ONU: “Parliamo chiaramente”

Oggi, 62 anni fa l'allora Primo Ministro di Cuba ha parlato per la prima volta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, e le sue parole sembrano essere state pronunciate proprio adesso.

Perché la maggior parte dei problemi esposti dal leader di una Rivoluzione, che era arrivato al potere appena da un anno e nove mesi prima, continuano a colpire la vita quotidiana del pianeta.

In questi giorni, in cui i conflitti tra paesi sembrano moltiplicarsi ed il futuro dell’umanità è appeso ad un filo sottile che può essere spezzato definitivamente in qualsiasi momento, la sua difesa della pace mondiale, la più svantaggiata del pianeta ed il diritto di Cuba a godere della sua totale sovranità recentemente conquistata, mantengono una validità totale.

Fidel Castro ha iniziato il suo discorso di quattro ore e mezza, uno dei più lunghi che sia ancora ricordato negli annali delle Nazioni Unite, assicurando che “parleremo chiaramente”, e in modo trasparente ha esposto le linee politiche della Rivoluzione Cubana, mantenute fino ad oggi.

Sulla questione della pace, ampiamente discussa dai leader che lo hanno preceduto sulla piattaforma, ha assicurato che “le guerre, sin dall’inizio dell’umanità, sono sorte, fondamentalmente, per un motivo: il desiderio di alcuni di privare altri delle loro ricchezze”.

Ed ha sottolineato: “Lascia che la filosofia dell’espropriazione scompaia, e la filosofia della guerra sarà scomparsa! Che scompaiano le colonie, scompaia lo sfruttamento dei paesi da parte dei monopoli, e allora l’umanità avrà raggiunto un vero stadio di progresso!”.

Ha chiesto di “smascherare coloro che negoziano con la guerra, coloro che si arricchiscono con la guerra. Dobbiamo aprire gli occhi al mondo e insegnargli chi sono coloro che negoziano con il destino dell’umanità, coloro che negoziano con il pericolo della guerra, soprattutto quando la guerra può essere così spaventosa che non c’è speranza di liberazione, di salvezza, per il mondo”.

A questo proposito, ha assicurato che “gli interessati ad essere armati fino ai denti sono coloro che vogliono mantenere le colonie, coloro che vogliono mantenere i loro monopoli, coloro che vogliono tenere nelle loro mani il petrolio del Medio Oriente, le risorse naturali dell’America Latina, dell’Asia, dell’Africa; e che, per difenderli, hanno bisogno della forza”.

La sua presenza all’ONU è stato il momento più opportuno per illuminare il mondo sulla realtà della giovane Rivoluzione trionfante di fronte alle campagne -che fino ad oggi non sono cessate- per screditarla, nonché alla denuncia delle continue aggressioni degli Stati Uniti nel loro desiderio di mantenere il loro dominio sull’isola.

Buona parte dell’intervento è stata dedicata dal leader cubano alla revisione degli interessi storici di dominio di Washington e delle continue aggressioni contro l’isola fin dal trionfo dell’insurrezione contro la tirannia di Fulgenzio Batista (1952-1958) e le manovre che sarebbero poi sfociate nel più lungo bloqueo economico, commerciale e finanziario della storia.

In questo senso Fidel Castro, vestito con l’uniforme verde oliva che lo caratterizzava, ha sottolineato che “si parla del desiderio universale di pace, che è il desiderio di tutti i popoli e, quindi, anche il desiderio del nostro popolo, ma quella pace, che il mondo vuole preservare, è la pace che noi cubani non abbiamo da molto tempo”.

Rafael Calcines, giornalista di Prensa Latina

 
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