Economisti di varie tendenze sostengono che il paese sia tecnicamente caduto in recessione, cosa che Contreras smentisce sottolineando che la “recessione tecnica” è questione di opinioni diverse.
In una conferenza con la stampa estera, il ministro qualificava l’affermazione secondo cui Perù, registrando una crescita insufficiente, è tecnicamente in recessione e sosteneva che ciò avvenisse dopo un lungo periodo senza crescita.
Ha aggiunto che, sebbene il prodotto interno lordo (PIL) non sia cresciuto a giugno, si è ripreso a luglio, crescendo dell’uno per cento, ed ha aggiunto che era insufficiente ed ha previsto un tasso del due per cento per la fine dell’anno, che può oscillare tra l’uno e il tre per cento.
Contreras ha ammesso che la bassa crescita è inaccettabile, ma ha affermato che le prospettive miglioreranno nel 2024 con l’aumento degli investimenti esteri in settori come quello minerario, settore in cui ci sono progetti che prevedono l’iniezione di capitale per 10,5 miliardi di dollari.
In ambito sociale, ha sostenuto che il conflitto sarà affrontato nell’Accordo Nazionale Consultivo, pur non facendo riferimento al contesto caratterizzato da proteste persistenti e nei sondaggi la disapprovazione della popolazione, è del 90% per il Congresso e l’80% per la presidentessa de facto.
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