Il presidente, nelle dichiarazioni alla stampa dopo aver esposto le sue ragioni davanti alla Giunta Direttiva del TSG, ha chiesto che venga attivato un contenzioso elettorale ed ha espresso la propria disponibilità a essere citato, interrogato ed investigato, da detta istanza come candidato vincitore delle elezioni presidenziali.
L’ingiunzione d’emergenza per la pace del paese, ha sottolineato, è contenuta nella Magna Carta, nella Legge Organica dei Processi Elettorali e nella Legge Organica del TSG, per risolvere questo attacco contro il processo elettorale ed il tentativo di golpe di stato.
Ha denunciato che è stato utilizzato a questo scopo il processo elettorale del 28 luglio, nel quale è risultato vincitore con il 51,20% dei voti, e che “tutto quello che c’è da chiarire su questi attacchi e sul processo è stato chiarito”.
Il capo dello Stato ha affermato che la Repubblica Bolivariana ha istituzioni forti e si è rivolto alla Camera Elettorale di fronte alla guerra psicologica nelle reti e nei media, con l’obiettivo che il TSG convochi tutte le istituzioni dei Poteri Statali.
Il TSG dovrà indagare tutti i candidati presidenziali registrati, gli attacchi ai centri elettorali, alla sede del Consiglio Elettorale Nazionale, che è stata bruciata e distrutta e l’attacco informatico contro quest’ultima istanza, che ha compromesso la trasmissione dei dati.
Lo scopo è quello di confrontare tutti gli elementi di prova e certificare, attraverso “una perizia di altissimo livello tecnico, i risultati elettorali delle elezioni del 28 luglio”.
Maduro ha dichiarato, come leader politico e leader rivoluzionario, che il Grande Polo Patriottico e il Partito Socialista Unito del Venezuela “sono pronti a presentare il 100% dei documenti elettorali che sono nelle nostre mani”.
In questo senso, ha auspicato che la Camera Elettorale del TSG “faccia lo stesso con ogni candidato ed ogni partito”.
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