Accompagnato da Alfredo Ruiz, difensore civico, Larry Devoe, segretario esecutivo del Consiglio Nazionale dei Diritti Umani e María Eugenia Rucián, presidentessa della Fondazione Latinoamericana per i Diritti Umani, Saab ha spiegato le ragioni di questa nuova istanza.
Il procuratore generale ha spiegato che il comitato è composto dai parenti dei 28 morti durante gli eventi post-elettorali del 29 e 30 luglio, quando i cosiddetti “comanditos”, sostenuti dall’estrema destra, hanno scatenato la violenza contro il popolo venezuelano, l’opinione pubblica e la proprietà privata.
Si tratta di rendere visibile in modo chiaro ed inequivocabile un fatto che è stato manipolato e distorto dai grandi media internazionali, ha commentato.
Ha sottolineato che questi soggetti “parlano in modo parziale, fazioso e distorto di ciò che è accaduto il 28 luglio” e che i responsabili li presentano come persone in lutto quando sono stati loro a promuovere ed incoraggiare la violenza e a dare istruzioni ai cosiddetti “comanditos” di prendere il paese con la forza.
Saab ha ribadito che ci sarà giustizia per le 28 persone morte e le 195 ferite in quei due giorni, oltre a contare 500 centri bruciati o distrutti, compresi centri educativi di diverso livello, 254 auto di polizia e 41 centri sanitari.
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