Intervenendo al segmento di alto livello della 58° sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, il ministro cubano ha avvertito che “il diritto alla vita è in grave pericolo”.
In seguito, ha descritto questo meccanismo come “uno strumento importante per la promozione e la difesa dei diritti umani senza manipolazione, politicizzazione, selettività o doppi standard”.
“Osserviamo con preoccupazione l’avanzata di piattaforme conservatrici e neofasciste ed il modo in cui i paesi sviluppati stanno vivendo un regresso decennale nei diritti fondamentali, tra cui l’uguaglianza delle donne, i diritti sessuali e riproduttivi, i diritti degli afrodiscendenti, delle minoranze etniche e dei migranti”, ha aggiunto.
“I tentativi dei paesi occidentali di trasformare questo Consiglio in un organo repressivo nei confronti dei paesi che non si sottomettono ai loro interessi sono inaccettabili e ne mettono a repentaglio la credibilità e l’esistenza”. “La disastrosa storia della Commissione per i Diritti Umani implosa non deve ripetersi”, ha affermato Rodríguez.
Nel suo discorso ha definito gli Stati Uniti complici attivi del genocidio israeliano a Gaza ed ha denunciato che il governo di questo paese sta applicando una politica di massima pressione contro Cuba, deteriorando il consumo, il reddito ed il tenore di vita delle famiglie cubane.
“Ringraziamo i 123 stati che, lo scorso luglio, si sono espressi in questo Consiglio contro l’inclusione di Cuba nell’elenco fasullo del Dipartimento di Stato dei paesi che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo”, ha concluso.
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