venerdì 5 Dicembre 2025
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Circa 10.000 bambini non sono stati registrati legalmente a Gaza

L'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari dell’ONU (OCHA) ha riferito che, da ottobre del 2023, circa 10.000 bambini di Gaza non sono stati legalmente registrati, il che li rende più vulnerabili alla tratta degli esseri umani.

Secondo l’agenzia, la crisi generata dall’occupazione e dagli attacchi israeliani nei territori palestinesi impedisce a migliaia di bambini di essere registrati alla nascita e la mancanza di documenti ufficiali ostacola l’accesso a servizi di base come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e gli aiuti umanitari.
“I bambini non registrati sono anche più vulnerabili allo sfruttamento ed alla tratta, poiché sono di fatto al di fuori della protezione della legge”, ha affermato l’ufficio, mettendo in guardia dalle difficoltà che il ricongiungimento familiare deve affrontare.
Ha inoltre espresso preoccupazione per l’aumento delle morti a causa degli attacchi israeliani contro tende, scuole o vicino a siti di distribuzione di acqua, cibo ed alimenti.
“Gli ospedali sono stati distrutti, gli uffici governativi sono in gran parte fuori servizio e gli sfollamenti diffusi rendono estremamente difficile per le famiglie completare le procedure di registrazione”, ha spiegato l’agenzia.
A lungo termine, le conseguenze possono essere devastanti per le persone colpite. Potrebbero crescere senza alcun riconoscimento ufficiale della loro esistenza, esacerbando i cicli di emarginazione e apolidia in una società già fragile, ha aggiunto.
Inoltre, ha denunciato il crescente numero di minori non accompagnati, separati dai genitori alla nascita e che ora vivono con sostituti che potrebbero essere feriti, disabili o altrimenti incapaci di prendersi cura di loro adeguatamente.
Ad aggravare questo problema, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) ha denunciato che, il rifiuto di Tel Aviv delle sue missioni, impedisce ai bambini di riunirsi rapidamente alle loro famiglie, il che ha anche un impatto psicologico devastante.

Glenda Arcia, giornalista di Prensa Latina presso l’ONU

 

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