“Eserciteremo con determinazione il diritto di decidere del nostro destino. Continueremo i nostri sforzi per superare le attuali difficoltà e garantire la sostenibilità economica del paese, anche con la continuazione e persino l’ulteriore rafforzamento del bloqueo”, ha dichiarato Rodríguez.
Il ministro ha dichiarato: “Parlo a nome di un popolo che in questo momento affronta, con scarse risorse, praticamente solo con volontà, unità e solidarietà, un uragano mostruoso”.
All’inizio del suo discorso in questa seconda e ultima giornata di dibattito sulla risoluzione che chiede la fine del bloqueo, il ministro ha espresso le sue condoglianze ai paesi colpiti dal devastante impatto dell’uragano Melissa nella regione caraibica.
Ha poi confutato il “discorso infame, minaccioso, arrogante, mendace e cinico del nuovo Rappresentante Permanente degli Stati Uniti” pronunciato ieri davanti all’Assemblea Generale. Michael Waltz non era presente alla sessione plenaria di mercoledì.
Nelle ultime settimane, il ricorso a pressioni, intimidazioni e tossicità da parte del Dipartimento di Stato, su scala globale, per costringere gli Stati sovrani a modificare il loro voto sulla risoluzione (appena adottata) è stato brutale e senza precedenti.
“Hanno impiegato tutte le loro armi ed i loro trucchi, soprattutto la coercizione”, ha avvertito il ministro cubano. Ma verità, diritto, ragione e giustizia sono più potenti e incisivi, ha sottolineato.
Ha sostenuto che le leggi ed i regolamenti che regolano l’aggressione economica degli Stati Uniti contro Cuba sono inequivocabili per quanto riguarda le loro azioni ed ambizioni. Dichiarano apertamente per legge l’obiettivo di limitare i rapporti commerciali, di investimento e di credito dell’isola con tutte le nazioni.
Ha ricordato che questa Assemblea ha valutato in 33 occasioni l’esistenza o meno di un bloqueo economico. A questo proposito, ha ribadito che l’obiettivo strategico del bloqueo è quello di provocare un’esplosione sociale che porterà al rovesciamento dell’ordine costituzionale che i cubani hanno scelto liberamente.
Ha inoltre spiegato che una delle misure di maggiore impatto è l’ingiustificabile inclusione di Cuba nella lista unilaterale ed arbitraria pubblicata dal governo degli Stati Uniti degli stati che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo. “Cuba è un paese vittima del terrorismo”, ha sottolineato.
Il bloqueo è una politica di punizione collettiva. Si qualifica come un atto di genocidio. Viola in modo flagrante, massiccio e sistematico i diritti umani dei cubani. Non fa distinzione tra settori sociali od attori economici, ha sottolineato Bruno Rodríguez.
Prima di concludere, ha espresso la sua gratitudine a coloro che hanno sostenuto Cuba in questo dibattito ed anche a coloro che sono intervenuti al recente Segmento di Alto Livello dell’80° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il risultato è stata un’altra vittoria per Cuba, nonostante le brutali pressioni degli Stati Uniti. Ci sono stati 165 voti a favore, sette contrari (Argentina, Ungheria, Israele, Macedonia del Nord, Paraguay, Ucraina, Stati Uniti) e 12 astensioni (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Costa Rica, Repubblica Ceca, Ecuador, Estonia, Lettonia, Lituania, Marocco, Polonia, Moldavia, Romania).
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