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Venezuela pronto al dialogo, ma anche preparato contro la minaccia statunitense

Città del Messico, 18 nov (Prensa Latina) Venezuela è pronto al dialogo e a difendere la pace, ma è anche pronto a qualsiasi evenienza di fronte alla minaccia degli Stati Uniti, ha dichiarato il presidente Nicolás Maduro in un'intervista pubblicata dal quotidiano messicano La Jornada.

In conversazione con il noto intellettuale Ignacio Ramonet, il presidente ha affermato che tutte le forze popolari, sociali, politiche, militari e di polizia del paese sono state esortate a non cedere alle provocazioni in nessun momento.
“Ma se vogliono venire a uccidere un popolo cristiano qui in Sud America, faremo remo appello ai nostri cittadini affinché si mobilitino con fervore patriottico, perché questo è un nostro diritto legittimo e sovrano”, ha dichiarato il presidente.
Ha affermato che se “dovessero agire nel tentativo di destabilizzare Venezuela, da quel momento in poi verrebbe decretato l’ordine di mobilitazione e di operazioni di combattimento dell’intera popolazione, e la classe operaia venezuelana darebbe inizio a uno sciopero generale insurrezionale”.
Maduro ha sottolineato che il suo paese è determinato a essere libero e che nessuna potenza straniera gli imporrà la propria volontà.
Ha anche accennato alla nuova narrativa impiegata da Washington: quella del presunto narcoterrorismo, “tanto ingannevole quanto le precedenti”.
Riguardo all’aggressione statunitense, la considera un tentativo di riposizionare la nazione in un contesto geopolitico che è cambiato significativamente dall’ascesa della Cina e dall’emergere dei BRICS (composti da nazioni come Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
A suo avviso, l’egemonia globale che Washington un tempo esercitava sta ora svanendo sempre più sfidati da queste potenze emergenti.
“In questo nuovo contesto”, ha spiegato, “la decisione della Casa Bianca e del Pentagono è quella di rafforzare innanzitutto il teatro di sicurezza più vicino al territorio statunitense, ovvero l’America Latina e i Caraibi, il suo ex ‘cortile di casa’”.
“Si tratta di riaffermare il proprio dominio su una regione che, per 150 anni e fin dalla Dottrina Monroe [1823], Washington ha considerato una sorta di ‘protettorato esclusivo’, con ‘sovranità limitata’ per i paesi di quell’area, incluso Venezuela”, ha sottolineato.
A suo avviso, ciò che questa nuova amministrazione vuole, facendo pressione e minacciando Venezuela, è inviare un messaggio politico di forza e dominio a tutti gli stati del continente.
Ha anche denunciato che Washington vuole ristabilire il comando politico e militare esclusivo sul continente per riprendere il controllo delle principali risorse strategiche dell’America Latina, come petrolio, gas, rame, litio, terre rare e acqua, ma non ci riuscirà.

Ig/las

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