In conversazione con il noto intellettuale Ignacio Ramonet, il presidente ha affermato che tutte le forze popolari, sociali, politiche, militari e di polizia del paese sono state esortate a non cedere alle provocazioni in nessun momento.
“Ma se vogliono venire a uccidere un popolo cristiano qui in Sud America, faremo remo appello ai nostri cittadini affinché si mobilitino con fervore patriottico, perché questo è un nostro diritto legittimo e sovrano”, ha dichiarato il presidente.
Ha affermato che se “dovessero agire nel tentativo di destabilizzare Venezuela, da quel momento in poi verrebbe decretato l’ordine di mobilitazione e di operazioni di combattimento dell’intera popolazione, e la classe operaia venezuelana darebbe inizio a uno sciopero generale insurrezionale”.
Maduro ha sottolineato che il suo paese è determinato a essere libero e che nessuna potenza straniera gli imporrà la propria volontà.
Ha anche accennato alla nuova narrativa impiegata da Washington: quella del presunto narcoterrorismo, “tanto ingannevole quanto le precedenti”.
Riguardo all’aggressione statunitense, la considera un tentativo di riposizionare la nazione in un contesto geopolitico che è cambiato significativamente dall’ascesa della Cina e dall’emergere dei BRICS (composti da nazioni come Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
A suo avviso, l’egemonia globale che Washington un tempo esercitava sta ora svanendo sempre più sfidati da queste potenze emergenti.
“In questo nuovo contesto”, ha spiegato, “la decisione della Casa Bianca e del Pentagono è quella di rafforzare innanzitutto il teatro di sicurezza più vicino al territorio statunitense, ovvero l’America Latina e i Caraibi, il suo ex ‘cortile di casa’”.
“Si tratta di riaffermare il proprio dominio su una regione che, per 150 anni e fin dalla Dottrina Monroe [1823], Washington ha considerato una sorta di ‘protettorato esclusivo’, con ‘sovranità limitata’ per i paesi di quell’area, incluso Venezuela”, ha sottolineato.
A suo avviso, ciò che questa nuova amministrazione vuole, facendo pressione e minacciando Venezuela, è inviare un messaggio politico di forza e dominio a tutti gli stati del continente.
Ha anche denunciato che Washington vuole ristabilire il comando politico e militare esclusivo sul continente per riprendere il controllo delle principali risorse strategiche dell’America Latina, come petrolio, gas, rame, litio, terre rare e acqua, ma non ci riuscirà.
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