“Vogliamo andare più a fondo, e le riunioni saranno più interattive e frequenti”, disse alla stampa nella città svizzera, dove il dialogo per Siria avrà la sua sesta tappa, dopo aver celebrato la quinta alla fine di marzo.
D’accordo col mediatore, che si riunisce a parte con le delegazioni governativa ed oppositrice, le conversazioni si incentreranno nei quattro temi pattuiti dalle parti durante Ginevra-V: la lotta antiterrorista, la governance, le elezioni e la Costituzione.
Il nostro obiettivo è avanzare nei quattro temi, anche se si approfondiranno di più alcuni di loro, in dipendenza delle discussioni, precisò.
De Mistura ha insistito nell’importanza di accompagnare il processo diretto a mettere fine a sei anni di conflitto in Siria con un pieno rispetto al cessate il fuoco vigente dal dicembre scorso, grazie alla mediazione della Russia e della Turchia.
Tutto quello che facciamo in questa direzione risulterà positivo, sottolineò.
Ginevra-V si celebra in uno scenario favorito dall’accordo raggiunto recentemente ad Astanà dalla Russia, dall’Iran e dalla Turchia, per attivare quattro zone di distensione che includono territori a Idleb, a Latakia, ad Homs ed ad Aleppo.
Le conversazioni indirette -perché le parti non si incontrano faccia a faccia a Ginevra – hanno come sopporti la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza, adottata in dicembre del 2015, che è un cammino per la pace.
Tra le maggiori polemiche c’è l’interpretazione data al tema della transizione politica che l’opposizione ed i suoi promotori in Occidente e la regione interpretano come l’uscita definitiva dal potere del presidente Bashar al Assad, mentre Damasco considera che questa decisione corrisponde solo al popolo siriano, senza ingerenza né pressioni straniere.
A proposito della ripresa del dialogo a Ginevra, Stephane Dujarric, il portavoce del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, riaffermò la posizione dell’organizzazione che non esiste un’uscita militare alla crisi, che è una guerra nella quale sono morte centinaia di migliaia di vittime e si sono creati milioni di sfollati.
Waldo Mendiluza, corrispondente di Prensa Latina alle Nazioni Unite