giovedì 26 Dicembre 2024
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Inflazione a Cuba: una grande sfida per il 2022

L'inflazione è una delle grandi sfide dell'economia cubana per il 2022, ha riconosciuto oggi il vice primo ministro e ministro dell'Economia e della Pianificazione, Alejandro Gil.

 

Presso l’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (ANPP), Gil ha spiegato che fino al mese di novembre questi valori hanno raggiunto il 69,5% accumulato, quasi 10 punti al di sopra di quanto previsto all’inizio dell’anno (60), che hanno un’espressione concreta nella diminuzione del potere d’acquisto della popolazione.

 

La previsione è di chiudere l’anno con cifre che superino il 70%, ha detto il ministro, ma ha chiarito che questo non è il risultato del processo di riordino monetario intrapreso all’inizio del 2021, quando la moneta è stata unificata e il suo cambio rispetto al dollaro è stato fissato in 24 pesos ciascuno, oltre ad attuare una riforma degli stipendi e dei prezzi.

 

L’inflazione nella nazione caraibica, come nel resto del mondo, è il prodotto di una combinazione di fattori, ha affermato il ministro, e tra questi ha dettagliato il rallentamento dell’attività produttiva dovuto alla COVID-19 e l’iniezione di pacchetti di stimoli.

 

In questo senso, ha ricordato che Cuba ha anche introdotto nell’economia due miliardi di pesos (circa 83.330.000 dollari) senza sostegno produttivo, nell’ambito delle misure di protezione per lavoratori, artisti e altre persone durante l’epidemia.

 

L’aumento della domanda senza supporto produttivo e con denaro circolante genera inflazione, sintetizzava il ministro, e aggiungeva che bisognava ricordare il peso che il crollo delle filiere logistiche comporta per tutti i paesi, dal momento che non arrivano prodotti di importazione e materie prime per la produzione, con impatto negativo sulle offerte.

In questo contesto, la nazione caraibica vive una situazione eccezionale, che è l’intensificarsi del bloqueo economico degli Stati Uniti, con un costo di oltre nove miliardi di dollari da aprile 2019 a dicembre 2020, che si aggiunge a più di 3 miliardi di dollari in meno nelle entrate, in questa fase.

 

Il paese continuerà a dare la priorità alla ricerca di soluzioni a un problema che colpisce direttamente la popolazione, ha affermato il vicepremier, ma ha sottolineato che la risposta non può essere l’aumento dei salari, il che peggiorerebbe la situazione in quanto non c’è offerta per coprire questa domanda.

 

Non è neanche utile il modo di colpire i prezzi dell’economia, perché in altre occasioni non ha funzionato, ha detto, e ha sottolineato che la soluzione è aumentare l’offerta, ma con prodotti nazionali; ottenere catene più produttive ed evitare problemi come i pagamenti senza supporto produttivo.

 

Dobbiamo lavorare per controllare la spesa pubblica, ridurre il deficit, sviluppare un programma a questo scopo che non darà risultati immediati, ha detto Gil; ma anche discutere con tutti coloro che offrono beni e servizi per evitare prezzi astronomici, e migliorare il funzionamento del commercio, delle aziende statali e produrre più cibo.

 

Karina Marron, giornalista di Prensa Latina

 
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