La richiesta è amplificata dalla maggior parte dei mezzi di stampa che si oppongono al governo e invocano una cattiva gestione da parte del capo dello Stato, della crisi sociale e dell’amministrazione del governo.
Il quotidiano La República ha chiesto “Elezioni generali ora” nella sua prima pagina principale, facendo eco alla posizione dell’analista politico ed esperto elettorale Fernando Tuesta, che Castillo si dimetta e si dichiarino nuove elezioni generali.
Approcci simili, che tengono conto della perdita di prestigio del Congresso dell’Opposizione, accusato di sabotare l’Esecutivo, sono stati precedentemente respinti dalla maggior parte dei caucus.
L’impopolare presidentessa della legislatura, Maricarmen Alva, si è dichiarata pronta ad assumere il governo, il che richiederebbe le dimissioni anticipate della vicepresidente, Dina Boluarte.
Boluarte ha detto mesi fa che se Castillo fosse stato rimosso o si fosse dimesso, lo avrebbe fatto anche lei, ma oggi, quando le è stato chiesto, è rimasta in silenzio.
La televisione, quasi tutta d’opposizione, si è riempita oggi di interviste a comuni oppositori che chiedevano le dimissioni di Castillo e di interviste a politici di destra e di centro che propongono varie vie per sbarazzarsi del presidente.
Il movimento progressista Nuovo Perù, co-governatore fino a un mese fa, ha affermato che “se Castillo se ne va, se ne vanno tutti” – cioè anche i parlamentari, che la scorsa settimana hanno respinto una mozione per destituire Castillo – e ha insistito per un’assemblea costituente come modo per uscire dalla crisi.
In questo contesto, il premier Aníbal Torres, interrogato da una radio straniera sulla possibile imminenza della fine della presidenza Castillo, ha risposto che “in Perù tutto può succedere” e che nulla è escluso.
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