Il funzionario dettagliato in un messaggio pubblico che tale disposizione è in virtù del principio di armonica collaborazione tra i poteri pubblici degli enti statali e il mandato costituzionale di pace.
Sostiene così la decisione del presidente Gustavo Petro, che sabato scorso ha autorizzato le autorità competenti a ripristinare i protocolli di dialogo con l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN).
“Con decreto ho autorizzato il ripristino dei protocolli, consentendo nuovamente i negoziatori, consentendo loro di riconnettersi con la loro organizzazione, sospendendo i mandati di cattura e gli ordini di estradizione per i negoziatori, in modo che possa iniziare davvero un dialogo con l’ELN”, ha affermato.
Ha aggiunto che questa risoluzione avvia una nuova possibilità di un processo di pace in Colombia “che spero, e saremo vigili con le forze di sicurezza e le autorità civili, porterà specificamente ad una diminuzione della violenza”.
Secondo la Procura, la comunicazione di tale delibera è stata disposta alle corrispondenti autorità di Polizia Giudiziaria nazionale e internazionale, compreso l’Interpol.
Quattro giorni dopo l’inaugurazione dell’istallazione di Petro come presidente, una delegazione del governo si è recata a Cuba per “prendere contatti” con la dirigenza dell’ELN al fine di avviare i negoziati di pace per riprendere i colloqui iniziati nel 2017 durante il governo di Juan Manuel Santos (2010-2018) in Quito e poi trasferito a L’Avana.
La ricerca per la costruzione di una Pace Totale, nell’ambito del rispetto degli Accordi, è stata sottolineata in un comunicato diffuso da L’Avana, dove la delegazione colombiana era guidata dal ministro degli Esteri Álvaro Leyva, e composta anche dal senatore Iván Cepeda.
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