Esattamente 40 anni dopo il genocidio, combattenti di sinistra, nazionalisti, patriottici e nasseristi hanno condannato il crimine contro donne, bambini e uomini dei campi profughi di Sabra e Shatila perpetrato dalle milizie della destra cristiana libanese con il sostegno delle forze militari israeliane.
In dialogo con Prensa Latina, Nasser Al Asaad, rappresentante del movimento Fatah, ha ripudiato le atrocità, i maltrattamenti, gli stupri e gli omicidi nel corso della storia del popolo palestinese ed ha ratificato l’impegno per la resistenza popolare.
Al Asaad ha espresso la combattività dei suoi compatrioti di fronte agli orrori dell’occupazione ed ha sostenuto il rafforzamento del sostegno internazionale fino all’istituzione dello Stato palestinese e della sua capitale Gerusalemme Orientale.
Il membro della Jihad islamica Abu Wissam Mahfouz ha espresso la sua solidarietà alle famiglie delle vittime ed ha sottolineato la necessità di giustizia.
Durante lo scambio con Prensa Latina, Mahfouz ha evidenziato il ruolo della Campagna Civica in Libano e nel mondo arabo come riferimento nell’organizzazione di qualsiasi attività legata alla lotta palestinese.
Da parte sua, Samah Mahdi, membro del Partito Nazionalsociale Siriano, ha accusato del crimine l’esercito delle bande di occupazione ed ha riaffermato l’adesione del popolo palestinese a difendere la memoria dei martiri del massacro di Sabra e Shatila.
Il numero dei decessi variano tra 1.700 e 3.500, quest’ultimo secondo la Croce Rossa, dopo tre giorni di torture, stupri ed esecuzioni.
Ig/yma