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Cuba evoca la scoperta dei resti del Che

L'Avana, 28 giu (Prensa Latina) Cuba ricorda oggi il 27° anniversario della scoperta dei resti mortali del guerrigliero cubano argentino Ernesto Che Guevara, evento considerato una pietra miliare della scienza cubana e simbolo di vittoria.

Il 28 giugno 1997, i corpi del Che e di altri sei compagni combattenti furono ritrovati sulla pista di un aeroporto nella città di Vallegrande, in Bolivia, nel luogo dove 30 anni prima erano stati assassinati dai militari di questo paese.
Le ricerche furono avviate nel novembre del 1995, dopo le dichiarazioni del soldato Mario Vargas Salinas, ex ufficiale di alto grado delle Forze Armate boliviane, che confessò di conoscere l’ubicazione dei resti del Che.
Il leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, incaricò il dottore in Scienze Mediche, Jorge González, allora direttore dell’Istituto di Medicina Legale de L’Avana, di dirigere la ricerca scientifica, che è stata portata avanti sotto molteplici pressioni a causa del suo simbolismo.
Un giorno, dopo che il governo boliviano aveva concesso ai cubani 48 ore per terminare il lavoro, è stata fatta la scoperta.
Aderiti ai resti del Che, sono stati ritrovati parte della sua giacca verde oliva ed anche pezzi della cintura di pelle che indossava il giorno in cui è stato assassinato.
La raccolta decennale di informazioni e testimonianze di ricercatori cubani e di altre nazionalità è stata fondamentale ed ha facilitato il lavoro di geologi, antropologi forensi, biologi, geofisici ed altri studiosi di scienze sociali cubani provenienti da 15 istituzioni, che hanno lavorato alla ricerca.
Durante la custodia, i resti furono studiati in terra boliviana e sottoposti a numerosi test di identificazione, e il 12 luglio 1997 arrivarono a L’Avana, dove furono accolti con lode e rispetto.
All’arrivo, la figlia del Che, Aleida Guevara, espresse: “Oggi le sue spoglie arrivano a noi, ma non arrivano sconfitte; arrivano qui convertiti in eroi, eternamente giovani, coraggiosi, forti, audaci. Nessuno può portarcelo via; “Saranno sempre vivi con i loro figli, in città.”

Ig/ebe

 

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