I vietati sono gli ex capi di stato Andrés Pastrana (Colombia), Mario Abdo Benítez (Paraguay), Vicente Fox (Messico), Felipe Calderón (Messico), Mireya Moscoso (Panama), Ernesto Pérez Valladares (Panama), Jorge Quiroga (Bolivia), Jorge Jamil Mahuad (Ecuador) e Laura Chinchilla (Costa Rica).
Un accordo approvato all’unanimità parlamentare sollecita l’esecutivo ad “espellere immediatamente i suddetti fascisti dal territorio nazionale”.
Il presidente del Parlamento, Jorge Rodríguez, ha ritenuto troppo poco quanto contenuto nel documento ed ha chiesto di includere che se avessero tentato di entrare nel paese sarebbero stati trattati come invasori.
Ha sottolineato che nel documento è chiaro che “se osano calpestare, anche con una sola pianta dei loro disgustosi piedi, il suolo della Repubblica Bolivariana, dovranno essere trattati come invasori, perseguiti, catturati e sottoposti a tutto il peso della legge”.
“Devono essere trattati per quello che sono: trafficanti di droga, corrotti, pedofili e violentatori di donne”, ha sottolineato, aggiungendo che se arrivano in aereo, le Forze Armate Nazionali Bolivariane si comporteranno come dovrebbero in caso di invasori.
Il testo ripudia anche “le dichiarazioni disastrose ed ingerenti di un gruppo di fascisti dell’estrema destra internazionale”, che hanno espresso la loro volontà di essere presenti in Venezuela il 10 gennaio, per ostacolare l’insediamento ed il dovuto giuramento del presidente costituzionale della Repubblica.
La nota sottolinea che queste dichiarazioni violano il diritto internazionale e “contengono una pretesa neocolonialista ed un’arbitrarietà inaccettabili per il popolo venezuelano e per le istituzioni democratiche”, ha concluso.
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